"Un fenomeno da contrastare con ogni mezzo, purché non si confondano i ruoli e le responsabilità dei singoli attori della filiera della meccanizzazione agricola, dai costruttori agli utilizzatori, siano essi imprenditori agricoli, agromeccanici, dipendenti".

E' questa la posizione sul fenomeno delle morti in agricoltura legate ai mezzi agricoli espressa dal presidente di Confai, la Confederazione Agromeccanici, Leonardo Bolis, in seguito ai dati diffusi dall'Asaps.

"E' tuttavia errato affermare che le trattrici agricole sono mezzi sempre più pericolosi – prosegue Bolis – Piuttosto, i veri mezzi pericolosi sono quelle trattrici obsolete, ancora circolanti. Purtroppo si tratta del 65% del parco circolante, per lo più in mano alle imprese agricole meno competitive".

Difficile infatti, spiega il numero uno di Confai, che i contoterzisti professionali e le aziende agricole all'avanguardia utilizzino trattrici e mezzi agricoli obsoleti o pericolosi per la sicurezza degli imprenditori stessi o dei dipendenti.

I dati Inail più recenti, comunque, metterebbero in luce la diminuzione degli infortuni in agricoltura. "Un risultato possibile anche per l'adeguamento alle normative di sicurezza da parte degli imprenditori agromeccanici, ai quali sempre più agricoltori ricorrono. Oltre il 98% delle operazioni di raccolta e più del 70% delle altre lavorazioni in Italia, sono svolte proprio dalle imprese del nostro comparto".

Una delle soluzioni per ridurre gli infortuni in cui sono coinvolti i trattori agricoli sarebbe l'obbligo di rottamazione dei mezzi più vecchi. "Per modernizzare il parco circolante, però, sono necessari investimenti considerevoli – conclude Bolis – e il fondo di20 milioni di euro messo a disposizione dal ministero dello Sviluppo economico nel Decreto incentivi per la rottamazione di macchine agricole e per il movimento terra si è rilevato insufficiente. Ma non si dimentichi che, quando viene meno il reddito, diventa estremamente difficile investire e l'agricoltura lo testimonia benissimo".