In Puglia e in Sicilia chi ha un'azienda biologica a seminativi localizzata nelle piane di Foggia o di Gela potrà provare nei prossimi anni a puntare anche sul cotone come coltura di rinnovo da inserire nelle rotazioni obbligatorie. Infatti, a un anno di distanza dal primo esperimento di coltivazione di cotone nella piana della Capitanata, è ora sotto gli occhi di tutti il risultato: il raccolto complessivo, da campi che hanno tutti ottenuto la certificazione biologica, è stato di oltre 15mila chili di cotone purissimo, contro i circa 5mila del primo raccolto.

La coltivazione di cotone è stata richiesta della Gest, il gruppo tessile pugliese guidato dagli imprenditori Michele Steduto e Pietro Gentile, con l'apporto tecnico di Demetrio Neri, e ha riguardato quest'anno 7 ettari di proprietà dell'azienda Posta Faugno, ma ne è già stata decisa per l'anno prossimo l'estensione su 50 ettari di terreni nella Capitanata sulla base di accordi già definiti con gli agricoltori. Superata la fase sperimentale, nasceranno quindi dalla prossima primavera le prime vere piantagioni di cotone italiano e all'orizzonte si profilano possibili intese con grandi gruppi del settore tessile interessati a garantirsi una filiera certificata tutta bio e tutta italiana.

Secondo le previsioni e gli studi che sono stati anticipati dalla Gest in occasione del raccolto 2021, il fabbisogno di coltivazioni di cotone in Italia dovrebbe aggirarsi fra i 450 e i 500 ettari e, in questa ottica, lo sforzo condotto dalla Gest segna un decisivo passo in avanti, frutto dell'idea iniziale di autoprodursi materia prima per la produzione di camicie 100% italiane e sfociata quest'anno in un'operazione di agricoltura industriale su scala nazionale.

"Il cotone è coltivabile in Capitanata principalmente, è l'areale più predisposto perché c'è caldo e disponibilità d'acqua, oppure nella piana di Gela in Sicilia, che presenta caratteristiche analoghe da un punto di vista climatico e dell'organizzazione delle aziende agricole" spiega Michele Steduto ad AgroNotizie.

Il cotone allo stato presenta una sola varietà italiana iscritta a Registro Varietale, ed è il cotone Gela, dal nome dell'areale di coltivazione dove era presente fino agli anni Sessanta del secolo scorso. "Ma stiamo investendo sul breeding per ottenerne altre ugualmente adatte al clima italiano" afferma Steduto.

Alla sollecitazione che la piana della provincia di Foggia sia terra di grano duro e di pomodori Steduto risponde: "Il nostro progetto è quello di ottenere camicie da cotone biologico, tessuto che, secondo nostre previsioni, dal 2025 diventerà irrinunciabile per le grandi firme del prêt à porter e dell'alta moda, pertanto puntiamo su aziende agricole che sono già in biologico e che hanno bisogno di un'altra coltura da rinnovo da inserire a rotazione: da questo punto di vista c'è valore aggiunto per chi ha aziende in bio a seminativo".

E i guadagni per l'agricoltore che decida d'investire in filiera sul cotone ci sono: "Il cotone, per quanto riguarda la bambagia dalla quale si ricava la fibra tessile, viene pagato mediamente da 1 dollaro a 1 dollaro e 35 centesimi al chilogrammo, quindi ipotizzando una resa di 50 quintali per ettaro e un prezzo medio di 1,18 dollari siamo sui 5.900 dollari a ettaro di ricavi, ma se consideriamo che quest'anno il prezzo è salito a 1,40 dollari al chilo, siamo in realtà sui 7mila dollari ettaro di ricavi" spiega l'imprenditore.

I costi colturali, compreso quello d'irrigazione e tutto quello che serve "Sono sui 2mila dollari a ettaro, con la seminatrice pneumatica che mettiamo a disposizione noi, diversamente si sale sui 2.500 dollari" precisa Steduto.

In sintesi, in un'annata con resa da 50 quintali a ettaro e il prezzo del 2021 attestato a 1,40 dollari al chilo, i guadagni a ettaro si situano tra i 5mila e i 4.500 dollari a ettaro, con il valore più elevato raggiunto se l'imprenditore utilizzi la seminatrice della Gest e quello più basso ottenuto se decida di ricorrere al mercato dei contoterzisti.

Ma il cotone non è solo fibra e per gli imprenditori agricoli vi sono anche altre opportunità di business."Si ricava olio di semi per cosmesi e farmaceutica, il seme può essere utilizzato in zootecnia per migliorare la qualità del latte. La pianta - che può superare i 3 metri - è suscettibile di cippatura per poi essere valorizzata in centrale termica per il recupero energetico della biomassa vegetale - dice ancora l'imprenditore, che afferma: "Ci sono investitori in questa filiera, abbiamo in essere contatti per tornare a sviluppare in Italia la filatura e la tessitura del cotone, la nostra ambizione è di vincere la scommessa sul prodotto biologico per diventare più competitivi di spagnoli e greci che sul cotone hanno puntato da molti anni, ma con coltivazioni convenzionali".