Tra l'altro il presidente Vaccaro ha affermato: "Condizioni climatiche permettendo, si dovrebbe raggiungere la programmazione immaginata pari a 25 milioni di quintali di prodotto conferito e 30mila ettari investiti, previsti dal Contratto Quadro d'Area dell'aprile scorso". Un'affermazione che però non trova la piena condivisione da parte degli agricoltori.
"In qualità di parte agricola dell'Oi Pomodoro da industria Centro Sud Italia ci auguriamo che possa essere raggiunta la produzione programmata di questa campagna 2020, ma per quello che constatiamo oggi in campo ci sembra un obiettivo difficilmente raggiungibile" afferma oggi Vincenzo Di Massa, vicepresidente di parte agricola dell'Oi.
"Riguardo alle aree di produzione medio-tardive - sottolinea Di Massa – solitamente raccolte verso la prima decade di settembre, oggi verifichiamo che in realtà già lo sono in gran parte e con rese per ettaro lontane dalle quantità degli anni scorsi".
"Il raggiungimento dell'obiettivo fissato nell'accordo quadro sottoscritto nell'aprile scorso, è auspicabile anche dalla parte agricola – aggiunge Di Massa, che rassicura - non c'è nulla di speculativo nelle nostre considerazioni".
Un'ultima battuta Di Massa la fa sulla questione sollevata dalla controparte industriale sui residui inerti di terra e pietre spesso rinvenuti insieme al prodotto e al conseguente appello ad una maggiore attenzione nel lavoro di selezione del pomodoro: "Ricordiamo che importanti territori, coinvolti nei giorni scorsi nella raccolta del pomodoro da industria, sono stati colpiti da ondate di maltempo ai primi di agosto con relativi sconvolgimenti dei soprassuoli dedicati alla coltura, elemento che può aver influito nella maggiore presenza di residui, cosa per altro non dovuta ad un mancato controllo della fase di raccolta".