Per arginare il contagio da coronavirus il governo ha imposto una quarantena su tutto il territorio nazionale chiedendo agli italiani di rimanere in casa a meno di comprovati motivi lavorativi, di salute o di necessità. A queste disposizioni di massima si applicano tuttavia importanti eccezioni, la principale delle quali riguarda il settore agricolo.

Tutta la filiera infatti, dal singolo bracciante fino al supermercato, è autorizzata ad operare pur seguendo alcune norme per limitare la possibilità di contagio. E tuttavia giungono notizie di agricoltori che vengono multati mentre si stanno recando al lavoro nei propri campi. Si tratta di casi isolati, che tuttavia indignano e rischiano di esacerbare gli animi, in un contesto di auto-segregazione che ormai va avanti da quasi due mesi.
 
Per chi si è visto infliggere una multa, giudicata ingiusta, è possibile fare ricorso. Ma prima di vedere come, è importante fare una precisazione. Le norme prevedono che solo gli agricoltori professionisti siano dispensati dall'obbligo di rimanere a casa. In altre parole solo chi ricava parte o tutto il proprio reddito (che sia regolarmente dichiarato) dal lavoro agricolo può continuare ad operare.

Per gli agricoltori hobbisti invece vige l'obbligo di rimanere a casa, con qualche eccezione indicata nell'articolo qui sotto. Se dunque si è stati multati mentre ci si recava nel proprio orto fare ricorso non serve a nulla. Come chi si sposta per potare piante o raccogliere erbe selvatiche.
 

Multa per violazione della quarantena da coronavirus? Ecco come fare ricorso

Chi riceve una multa per essersi spostato dalla propria abitazione senza le motivazioni previste dalla legge e si sentisse leso nei propri diritti, deve seguire questa procedura, così come riportata sul sito dell'Aduc, l'Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori.
  1. Non pagare la multa. In caso contrario il ricorso è automaticamente nullo.
  2. Inviare uno scritto difensivo entro 30 giorni dal momento in cui si riceve il verbale all'autorità competente. Uno scritto difensivo è un testo, la cui redazione può essere affidata ad un avvocato, nel quale si spiegano le ragioni secondo le quali la multa non è legittima.
  3. L'autorità competente è indicata sul verbale (generalmente: il Comune se a verbalizzare sono stati vigili urbani, la Provincia se Polizia Provinciale, o il Prefetto se Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza ecc.)
  4. Gli scritti difensivi vanno inviati per raccomandata a/r o Pec, in carta libera.
  5. L’autorità interpellata ha 5 anni per rispondere accogliendo lo scritto difensivo (non si deve pagare nulla) oppure rigettandolo.
  6. In questo ultimo caso viene emessa un’Ordinanza di ingiunzione e l'importo della multa raddoppia.
  7. Anche l'Ordinanza di ingiunzione può essere impugnata, facendo ricorso entro 30 giorni dalla notifica davanti al giudice di pace.
L'Aduc ricorda poi che, sempre a causa dell'emergenza coronavirus, il termine per la presentazione degli scritti difensivi è sospesa fino al 15 maggio. Solo a partire dal 16 maggio, quindi, decorre il termine di 30 giorni entro cui presentarli.