La Puglia è alle prese con una fase di ammodernamento del sistema bonifiche e irrigazioni dai contorni non sempre chiari e talvolta controversi. Chiusa la fase dei debiti di bilancio dei quattro consorzi del Sud della regione, oggi gli agricoltori che ricadono nel perimetro dei piani di classifica del Consorzio di bonifica del Centro Sud Puglia sono alle prese con le cartelle esattoriali e i decreti ingiuntivi per oneri di bonifica dei vecchi consorzi almeno in parte infondati, visto che in molti casi la manutenzione dei canali è assente da talmente tanto tempo, dal far venir meno il presupposto giuridico dell'imposizione tributaria, quello statuito dalla sentenza della Corte Costituzionale n 188 del 10 ottobre 2018: alla tassa, tale è il tributo di bonifica, deve corrispondere un beneficio fondiario per il contribuente. E pur in una stagione che ha fatto registrare il record storico di presenza d'acqua negli invasi della provincia di Foggia, a preoccupare c'è, in prospettiva, anche la carenza idrica nel foggiano, dove per l'ennesima volta non è stata finanziata la costruzione della diga di Piano dei Limiti: i 300 milioni del costo dell'opera sono stati defalcati dal Contratto di sviluppo della Capitanata.
 

Consorzio Centro Sud Puglia, la bonifica è assente da anni

Un imponente e rigoglioso fico di oltre 20 anni di età campeggia in un canale della bonifica a Zuddeo Minervino, ostruendolo completamente, nell'area di competenza del ex Consorzio di bonifica commissariato Ugento Li Foggi, oggi parte del Consorzio di bonifica Centro Sud Puglia. Ne dà notizia Coldiretti Puglia che denuncia la evidente mancanza di opere ordinarie e straordinarie di bonifica, mentre agli agricoltori si impone il pagamento del contributo della bonifica che non c'è.

"La Regione Puglia deve intervenire tempestivamente per bloccare i pignoramenti che stanno arrivando a raffica agli agricoltori della provincia di Lecce, in area infetta da Xylella fastidiosa, pignoramenti e fermi amministrativi dei mezzi per le cartelle pazze datate 2015, emesse dai Consorzi di bonifica commissariati. Alberi e rifiuti di varia natura nei canali di scolo, reti colabrodo, tombini ostruiti, opere di manutenzione di cui non si vede l'ombra da decenni testimoniano una incuria per cui la richiesta di pagamento dei contributi di bonifica risulta oltremodo persecutoria nei confronti degli agricoltori" è la richiesta ad intervenire in fretta del presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele.

"Alla collaborazione propositiva e responsabile sulla delicata vicenda – ricorda il presidente Cantele – sempre nell'ottica di un risanamento complessivo dei Consorzi di bonifica commissariati non sono seguiti i fatti. Sono stati emessi i ruoli per gli anni 2014 e 2015 senza che sia stata avviata l'attività di bonifica ordinaria e straordinaria e alcuni agricoltori stanno affrontando pignoramenti di conti correnti, aziende, pensioni, immobili, contratti di affitto per il pagamento di cartelle esattoriali relative a servizi di cui non beneficiano. Coldiretti non si fermerà e preannuncia lo stato di mobilitazione se non saranno adottati con urgenza e trasparenza provvedimenti idonei ad annullare i pignoramenti".
 

L'allagamento di Minervino

E se le opere sono di bonifica sono in abbandono, non solo mancano i benefici fondiari, ma arrivano anche i danni per l'esplosione delle condotte irrigue. Il 18 giugno scorso, migliaia di metri cubi d'acqua hanno inondato le campagne dalle prime luci dell'alba, in contrada Bocca di Lupo a Minervino, a causa dello scoppio delle tubature dell'ex Consorzio di bonifica commissariato Terre d'Apulia, oggi parte del Consorzio di bonifica Centro Sud Puglia. A dare l'allarme Coldiretti Puglia che ha chiesto l'intervento immediato del Consorzio e dei Vigili del fuoco. "Le tubature del diametro di 1 metro sono in vetroresina ed è la terza volta che scoppiano, riversando sulle campagne una valanga d'acqua con un danno mostruoso sulle colture in corso. Grano allettato, oliveti e vigneti allagati, seminativi distrutti, terreni portati via dalla violenza dell'acqua con un fiume in piena che ha travolto le campagne fino all'Ofanto, un duro colpo ad un territorio dove sono già evidenti i segnali di dissesto idrogeologico", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
 

Foggia perde l'acqua di Piano dei Limiti

Il 28 giugno a Foggia la Cia Capitanata fa notare come tra i progetti esclusi dai fondi accordati dal Contratto istituzionale per lo sviluppo della Capitanata, c'è, tra gli altri, quello della nuova diga di Piano dei Limiti sul fiume Biferno. Un'opera grande tanto da creare un serbatoio aggiuntivo da 40 milioni di metri cubi d'acqua per il Nord della Puglia, in grado di rendere irrigui una buona parte degli ulteriori 60mila ettari che il Consorzio per la bonifica della Capitanata conta di redimere dall'arsura, anche se al costo per la collettività di 300 milioni di euro. Un progetto del Consorzio per la bonifica della Capitanata, datato 1992, e contro il quale la Regione Molise e le comunità locali molisane coinvolte si sono battute per anni, perché non porterebbe benefici, ma solo costi ambientali alla piccola regione. Ma la diga di Piano dei Limiti è un'opera necessaria per i pugliesi, che devono poter manutenere la Diga di Occhitto sul fiume Fortore. E per svuotare Occhitto, non bastano gli altri piccoli invasi del Consorzio.

Per Cia agricoltori italiani di Capitanata, l'esclusione di questo progetto rappresenta un'occasione persa per tutta la provincia di Foggia. "Noi avevamo proposto soltanto due progetti", ha spiegato Michele Ferrandino, presidente provinciale dell'organizzazione. "Quei progetti sono la realizzazione della nuova diga di Piano dei Limiti, a valle dell'invaso già esistente di Occhito, e il distretto agroindustriale", ha aggiunto Ferrandino. "In entrambi i casi, si tratta di progetti che interessano tutta la provincia di Foggia e di realizzazioni fortemente legate a un'economia forte, con punte di eccellenza e di innovazione di livello internazionale, il vettore più potente di sviluppo occupazionale ed economico" ha dichiarato Nicola Cantatore, direttore provinciale di Cia Capitanata.

Si pone così la questione idrica: l'acqua per l'agricoltura, la possibilità di non sprecare e di aumentare la dotazione idrica. "Il nostro auspicio", ha concluso Ferrandino, "è che già nelle prossime settimane il Governo possa correggere il tiro e accogliere le istanze di una provincia che, da sempre, ha bisogno di una visione strategica capace di integrare tutti i territori, connetterli, unirli nella direzione di uno sviluppo fortemente centrato sulla green economy".