"Il nuovo Decreto Flussi 2019 fa scattare la corsa all'ingresso di 18mila lavoratori stagionali extracomunitari in Italia" spiega la Coldiretti.
La quota riguarda lavoratori subordinati stagionali di Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d'Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Macedonia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina.
Da mercoledì 24 aprile fino al 31 dicembre 2019, è possibile presentare le domande di ingresso online per i lavoratori stagionali extracomunitari che troveranno occupazione soprattutto in agricoltura che, insieme al turismo, è il settore con maggiori opportunità occupazionali in particolare nelle grandi campagne di raccolta delle principali produzioni made in Italy: dalla frutta alla verdura, dai fiori al vino fino, ma anche negli allevamenti.
"In totale - evidenzia la Coldiretti - fra stagionali e permanenti sono 345mila i lavoratori stranieri impiegati in agricoltura, per un totale di giornate di occupazione pari a 29.437.000".
Viene anche confermata la quota di 100 lavoratori non stagionali di origine italiana da Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile oltre a 4.750 conversioni di permessi per lavoro stagionale in permessi di soggiorno per lavoro subordinato che consentiranno a molte aziende agricole di stabilizzare il rapporto con i propri dipendenti stranieri entrati in questi anni con i flussi stagionali.
"In base all'ultimo Testo Unico sull'Immigrazione - spiega Coldiretti - risultano semplificati anche i requisiti per la richiesta del permesso stagionale pluriennale e la procedura di accoglimento dell'istanza per silenzio-assenso, essendo sufficiente che lo straniero abbia fatto regolare ingresso con permesso di soggiorno stagionale almeno una volta nei cinque anni precedenti per potervi avere accesso".
"Adesso occorre fare presto con l'iter burocratico sia in Italia che nei nostri consolati all'estero al fine di consentire alle imprese di poter assumere il personale nel momento del bisogno - aggiunge la Coldiretti - i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell'uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l'attività di bergamini sono soprattutto gli indiani mentre i macedoni sono coinvolti principalmente nella pastorizia".
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Fonte: Coldiretti