Continuiamo il viaggio nei reati presupposto (quindi rientranti nel Dlgs 231/01) per parlare dell'art. 590 del codice penale "Lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e della salute sul lavoro".

Questo articolo punisce chi, violando le norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e della salute sul lavoro, cagiona ad altri una malattia, nel corpo o nella mente, grave o gravissima.

Cosa si intende per lesioni gravi o gravissime? Si intendono lesioni gravi quelle consistenti in una patologia che mette in pericolo la vita o provoca una incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un periodo superiore a quaranta giorni, oppure un indebolimento permanente di un senso o di un organo.

Per lesioni gravissime, invece, si intendono le patologie probabilmente insanabili, la perdita di un senso, di un arto, di un organo o della capacità di procreare, la difficoltà permanente della favella, la deformazione o lo sfregio permanente sul viso.

L'evento lesivo, lo ripetiamo, deve essere conseguenza della violazione delle norme dettate ai fini della prevenzione degli infortuni sul lavoro e sulla tutela dell'igiene e della salute sul lavoro.

Le sanzioni pecuniarie a carico delle aziende possono variare da un minimo di euro 25.822,24 ad un massimo di euro 1.549.370,69.
Vi sono inoltre sanzioni interdittive accessorie, quali interdizione all'esercizio delle attività, sospensione o revoca di autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell'illecito, divieto di contrattare con la Pa, esclusione da agevolazioni, contributi o sussidi ed eventuale revoca di quelli ottenuti, divieto di pubblicizzare beni o servizi.

I nostri lettori più attenti e affezionati probabilmente si staranno chiedendo dove sia l'interesse o vantaggio dell'impresa nel non osservare queste norme. Abbiamo infatti sempre detto che le imprese hanno una responsabilità amministrativa (che molto assomiglia a quella penale) quando vengono commessi i reati elencati nel decreto e quando questi sono commessi nell'interesse o a vantaggio dell'impresa e quando non vi è un modello organizzativo implementato efficace.

Quindi, come viene inteso il vantaggio dell'impresa? L'interesse, in questo caso, è inteso come oggettivo risparmio/guadagno in termini di costi, in una maggiore celerità del processo produttivo, in una gestione del lavoro più snella, ecc.

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