La Francia per esempio.
Un paese che sta spingendo moltissimo sulla leva del debito, del tutto all'opposto dalle politiche del rigore e dell'austerità propagandate dalla Commissione, dalla Bce oltre che dall'unico paese "virtuoso" d'Europa, la Germania.
Mentre il debito pubblico italiano (lentamente) cala, quello francese (velocemente) aumenta. E, alcuni mesi fa, è stato raggiunto un ammontare pari al 100% del Pil.
La Francia (assieme all'Olanda) è invece costretta dalla forte spesa pubblica a indebitarsi sempre di più. Nel 2018 i transalpini rinnoveranno 150 miliardi di titoli pubblici e ne emetteranno di nuovi per 75 miliardi (l'Italia si fermerà ad "appena" 44 miliardi).
In Francia quindi si spende, si investe, si cerca di ammodernare lo Stato. Lo scorso 25 aprile è stato presentato dal governo francese il Grande piano di investimento che prevede una spesa pari a 57 miliardi di euro da qui al 2022.
Dei 57 miliardi ben 20 saranno spesi nella così detta "transizione ecologica".
Per l'agricoltura sono previsti ben 5 miliardi di euro, e la strategia di investimento è in via di discussione negli "Stati Generali dell'Alimentazione", che coinvolgono tutte le categorie dell'agroalimentare.
Secondo l'economista Jean Pisani Ferry, che ha presentato a Macron il piano di investimento, per l'agroalimentare francese è necessaria la smobilitazione di fondi di investimento basati su crediti europei e su fondi di investimento "innovativi " (basati su fondi propri o di garanzia) oltre che la messa a punto di particolari piani di investimento (Pia - Plan investissement d'avenir).
La Francia vuole costruire un'agricoltura nuova, ecologica, fatta di biologico, prodotti di alta qualità, marketing territoriale, valorizzazione dei giovani.
Ci viene in mente qualcosa?