La Commissione di valutazione nazionale per l'Unesco venerdì scorso ha scelto di confermare all’unanimità la candidatura dell’arte dei pizzaiuoli napoletani per la Lista del patrimonio culturale immateriale dell'Unesco.
Il dossier sarà valutato dall'Unesco nel corso del 2017 e l’esito sarà noto entro dicembre 2017.

"Sono molto contento che la Commissione nazionale Unesco abbia confermato la candidatura di una tradizione così importante per il nostro Paese - ha dichiarato il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina - Prosegue così il nostro lavoro di valorizzazione del made in Italy dopo Expo Milano 2015. L'arte dei pizzaiuoli rappresenta un simbolo di italianità nel mondo e questa candidatura dimostra ancora una volta l'impegno del governo di proteggere e promuovere, in tutti i contesti mondiali, le tradizioni agroalimentari italiane".

“La candidatura della pizza a patrimonio immateriale dell’umanità tutela un settore che vale 10 miliardi di euro ma soprattutto un simbolo dell’identità nazionale” ha commentato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.

Coldiretti è impegnata a raccogliere le firme nei mercati di Campagna Amica lungo tutta la Penisola per raggiungere l’obiettivo di un milione di firme da presentare il 14 marzo a Parigidove si riunirà la Commissione internazionale Unesco per valutare l'ingresso della pizza napoletana nella "Lista Unesco del patrimonio culturale immateriale dell'umanità".

L’arte dei pizzaiuoli napoletani - riferisce la Coldiretti - sarebbe il settimo “tesoro” italiano ad essere iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. L’elenco tricolore comprende anche l’opera dei pupi (iscritta nel 2008), il canto a tenore (2008), la dieta mediterranea (2010) l’arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014).