Un’ Europa più giusta in cui i poteri forti del Nord Europa non barattino l’agricoltura mediterranea per agevolare i loro scambi commerciali. Questo la denuncia lanciata da Fima, la Federazione italiana dei movimenti agricoli coordinata da Saverio De Bonis. In ballo ci sono le sorti della nostra agricoltura meridionale già dissestata per l'aumento vertiginoso dei costi di produzione e il drastico calo dei prezzi che erode il reddito degli agricoltori. “A nulla servono - afferma De Bonis - le integrazioni europee che invece di aumentare si assottigliano, mettendo a rischio la tenuta sociale di intere comunità, mentre le organizzazioni sindacali agricole occupano gli spazi degli istituti di ricerca statistica abdicando al proprio ruolo di difesa di una politica agricola per l’Italia.

Etichetta, grande assente
Con questa crisi, si legge nel comunicato diramato da Fima, aumentano i cartelli e il rischio di frodi a tavola a danno dei consumatori, costretti ad ingerire ingredienti di bassa qualità per ridurre i costi. Ed ecco allora la richiesta che Fima rivolge alle autorità comunitarie affinché sia sancito l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti. Un appello che arriva dopo molti altri dello stesso tenore che da più parti si sono alzati per tutelare il made in Italy. Tutti inascoltati. E c'è da dubitare che ora l'esito sia diverso. Ma insistere è doveroso.