Coldiretti Toscana stila un bilancio dei danni provocati dall’uragano del 29 luglio scorso abbattutosi sulla campagna aretina: bombe d’acqua, grandinate con chicchi come palle da tennis, campi allagati, frutteti distrutti, oliveti e vigne massacrati, capannoni e annessi agricoli scoperchiati e serre inondate. Le situazioni più drammatiche nella zona della Valdichiana aretina compresa, in linea di massima, tra Monte San Savino, Alberoro, Montagnano, Cesa e Rigutino, ma gravi danni si contano anche in Valtiberina, nella zona di Monterchi, a forte vocazione tabacchicola.

L’uragano ha colpito un’area di mille ettari distruggendo quasi completamente le colture presenti in particolare frutteti, vigneti e orticole. Non si registrano, al momento, altri particolari e significativi danni nelle altre provincie della Toscana. “Il maltempo – spiega Giampiero Marotta, direttore Coldiretti Arezzo - ha distrutto capannoni, anche recenti, e molte serre”. E’ stata invece la grandine a colpire forte i frutteti della Valdichiana aretina: “in particolare – spiega ancora Coldiretti - nella zona che va da Pieve al Toppo ad Alberoro le mele sono state massacrate. I danni sono senza dubbio molto gravi, non solo, ma sono tantissimi e filari e le piante, gli alberi abbattuti, che rischiano di compromettere non solo il raccolto di quest’anno, ma anche raccolti futuri”.

Coldiretti sottolinea che danni probabilmente irreparabili sono stati riportati anche da pesche e albicocche, ma soprattutto dall’uva in attesa di vendemmia e dalle coltivazioni: gli agricoltori rischiano di vedere sfumare il lavoro di un intero anno. "Nelle zone interessate dal maltempo sono particolarmente concentrate le piante da frutta e sono state stese a protezione le reti antigrandine, tuttavia non ancora sufficientemente diffuse per impedire – spiega ancora Coldiretti - il verificarsi di danni alle strutture e alle colture agricole. Un altro problema – conclude Coldiretti – è dato dalle serre: il maltempo le ha scoperchiate e ne ha abbattuto diversi teloni. Anche in questo caso, la perdita economica e agricola è sicura. Il binomio serra-coltura è stretto e il passaggio dei danni dalla prima alla seconda sono inevitabili una volta che la serra è allagata”.