Il farro è stato protagonista dell seconda tappa di “Cibo Vero: in viaggio con gli agricoltori di Alce Nero”, evento tenutosi ieri 17 luglio all'azienda agricola Torre Arabella di Monterenzio, in provincia di Bologna.

Andrea Morara ha condotto il giro dei campi, a pochi giorni dal raccolto, spiegando come nasce il farro biologico Alce Nero: la taglia alta della pianta e i cicli di sviluppo tardivo lo rendono perfetto per i meno fertili ambienti collinari e di montagna. Dal suo, come dagli altri racconti dei agricoltori Alce Nero, affiora il grande impegno per una coltivazione che rispetti i tempi e la fertilità della terra, totalmente priva dell’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi come pesticidi ed erbicidi.

Coltivare biologico non significa solo non usare la chimica, parte da un approccio e una mentalità diversi - ha dichiarato Giovanni Dinelli, docente di Agronomia del Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Bologna - L’agricoltura convenzionale è di intervento, con erbicidi, insetticidi e fungicidi si reagisce a un sintomo. La coltivazione biologica deve invece far in modo che il sintomo non si verifichi: incrementando la biodiversità aziendale e così incrementando i servizi ecologici utili nella lotta ai parassiti e alle malattie".
"Il biologico nei cereali è fondamentale: è nella cariosside, la parte esterna del chicco, che sono racchiuse gran parte delle sostanze benefiche alla nostra salute (fibre, vitamine, antiossidanti), ma è proprio qui che può accumularsi la maggior parte della chimica utilizzata in agricoltura - ha spiegato Dinelli - Ecco perché se si sceglie un’alimentazione sana e naturale si deve prediligere il biologico”.

Approfondimenti sulle proprietà e i valori nutrizionali del farro
all'evento organizzato da Alce Nero

Il farro ha una storia antichissima: del suo predecessore spontaneo (farro dicoccoide) sono state trovate tracce addirittura 23mila anni fa nei pressi della Galilea, molto prima dell’età dell’agricoltura - ha riportato Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero e Mielizia - Si tratta di un grano a stelo alto, molto digeribile, con straordinarie caratteristiche nutrizionali e nutraceutiche. Bisogna solo stare attenti alla cottura perché la sua struttura glutinica è profondamente diversa da quella dei grani moderni".
"Durante questa giornata di Cibo Vero - ha commentato Cavazzoni - abbiamo preso un impegno importante verso i nostri agricoltori di farro: valorizzare significativamente questo importante grano che ha mantenuto pressoché inalterate le caratteristiche nel tempo. Per la grande valenza nutrizionale, abbiamo scelto di utilizzarlo per le paste e pappe della nostra nuova linea baby food. Diamo l’appuntamento a settembre al Sana di Bologna per la sua presentazione”.

All’evento hanno partecipato anche Marco Rusconi, agronomo specialista in cerealicoltura, Sandro Ceccoli, presidente dell'Ente di gestione dei parchi e della biodiversità dell'Emilia Orientale e Raffaela Donati, fiduciaria di Slow Food Bologna. Mentre Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna, si è soffermato su tre punti importanti a supporto di un’agricoltura sana: usare meno chimica, strappare territori alla cementificazione e la qualità dell’aria.