Un pressing trasversale per chiedere ai ministri dell’Ambiente, delle Politiche agricole e della Salute di firmare la richiesta all’Unione Europea per esercitare la clausola di salvaguardia che vieterebbe la messa a coltura di piante Gm.
I rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari, da Sinistra Ecologia e Libertà a Movimento 5 Stelle, dal Popolo delle Libertà al Partito democratico, si sono uniti ieri alla Task Force per un'Italia Libera da Ogm in piazza Montecitorio a Roma e a centinaia di consumatori e ambientalisti.

In Europa la clausola di salvaguardia è esercitata da 8 Paesi (Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Polonia, Austria) e in Italia  è stata sollecitata da tutti i gruppi parlamentari al Senato, con una mozione votata all’unanimità.
L’inerzia delle istituzioni di fronte alla provocazione di una semina illegale in Friuli Venezia Giulia è stata tra l’altro presa di mira dai rappresentanti delle forze sociali ed economiche tra cui  Coldiretti, Greenpeace, Federconsumatori, Slow Food, Legambiente, Univerde, Campagna Amica  che si sono alternati sul palco con i politici dei diversi gruppi politici tra i quali Maurizio Sacconi del Pdl, Adriano Zaccagnini del M5S, Loredana De Petris del Sel, Susanna Cenni del Pd. Presente anche Luca Sani, presidente della Commissione Agricoltura alla Camera.

"L'agroalimentare è un settore strategico per l'Italia, l'unico al momento in salvo dalla crisi" ha dichiarato Roberto Burdese, alla guida della delegazione di Slow Food Italia. "La coltivazione di Ogm non dà alcun valore aggiunto, anzi, ci fa perdere competitività".

Non solo partecipazione di piazza ma anche in rete: al momento oltre 14 mila persone hanno aderito alla mobilitazione on line lanciata stamattina dalla Task Force per chiedere a tutti coloro che condividono la difesa della biodiversità italiana e il fermo no agli Ogm di inviare un messaggio al ministro della Salute Lorenzin. Questo il link per aderire.

"Desta preoccupazione la linea europea in base alla quale è possibile la messa a coltura secondo pratiche biotech, anche se questo non ricade sul consumo" ha commentato il ministro Lorenzin tramite un comunicato stampa. "Guarderemo con attenzione le decisioni assunte dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali".

E se Coldiretti riporta che quasi otto italiani su dieci (il 76%) sono contrari all'utilizzo di Ogm, la Cia sottolinea l'incompatibilità con l'agricoltura italiana, fortemente legata alla molteplicità di territori e tradizioni.
"L'omologazione a cui gli organismi geneticamente modificati conducono - dice la Confederazione italiana agricoltori - mette a rischio gli oltre 5.000 prodotti tipici che rappresentano la spina dorsale dell'enogastronomia italiana".
I prodotti dell'agroalimentare italiano sono "veri e propri gioielli, autentiche calamite per il turismo enogastronomico, un comparto che vale 5 miliardi l'anno. Ecco perché - nota la Cia - è indispensabile che il governo decida subito di esercitare la clausola di salvaguardia per vietare la messa a coltura di piante biotech".

A prendere le distanze dalla manifestazione davanti a Montecitorio è invece Confagricoltura.
 "Non credo che siano utili le manifestazioni di piazza che alimentano il clima da guerra di religione e non favoriscono un dibattito costruttivo e basato su elementi scientifici - ha detto il presidente Mario Guidi - I problemi sono altri, gli alimenti con prodotti Ogm sono già sulle nostre tavole, da anni, ma gli agricoltori italiani non possono coltivarli. I maiscoltori attendono di sapere se potranno essere applicate le norme europee da noi impedite dalla caccia alle streghe e se potranno o meno utilizzare una nuova tecnologia diffusa in tutto il mondo".
In merito alla vicenda delle semine di mais transgenico in Friuli Guidi sottolinea che "il problema non è essere favorevoli o contrari agli Ogm, ma è fare chiarezza normativa e dare fiducia alla ricerca scientifica".