Una versione che sembra contraddire, almeno nella forma, la comunicazione ufficiale della Commissione europea del 16 ottobre, in cui si legge che Dalli ha "deciso di dimettersi".
Volontarie o meno, una cosa è certa: le dimissioni di Dalli hanno avuto effetto immediato.
All'origine della vicenda c'è la nuova direttiva tabacco (in fase di revisione, ndr) e l'indagine avviata dall''Olaf, il servizio antifrode della comunità europea, in seguito al reclamo di un produttore svedese, Swedish Match.
Secondo quanto riporta la Commissione, il produttore lamentava che ''un imprenditore maltese aveva usato i suoi contatti con Dalli per cercare di ottenere vantaggi finanziari dalla compagnia, in cambio del tentativo di influenzare una possibile futura proposta legislativa sui prodotti da tabacco, ed in particolare sul divieto europeo di esportazione dello 'snus'" .
Un particolare tipo di tabacco da masticare molto usato nei Paesi scandinavi.
Al momento, la regolamentazione europea proibisce di esportarlo fuori dai Paesi del Nord ma è evidente che, qualora la proibizione venisse a cadere nella nuova Direttiva, si aprirebbe una fetta di mercato importante per le multinazionali scandinave del tabacco che da tempo tentano di commercializzare il loro prodotto come l'alternativa "sana" alle sigarette.
Lo snus contiene infatti più nicotina delle sigarette ma è privo dei fattori cancerogeni associati alla combustione; i suoi effetti negativi sulla salute restano però ancora dibattuti dagli studiosi.
Lo svedese Swedish Match si è rivolto così all'Olaf nel maggio del 2012, dichiarando che un imprenditore maltese (connazionale di Dalli, quindi) si sarebbe offerto di utilizzare la sua conoscenza personale con il Commissario per fare in modo che la revisione della Direttiva sul tabacco non contenesse il bando all'export fuori dalla Scandinavia per lo snus. In cambio, chiedeva di essere pagato per il suo "interessamento".
Dal rapporto finale dell'Olaf emerge che l'imprenditore maltese avrebbe sì avvicinato la compagnia svedese in ragione dei buoni rapporti con Dalli, chiedendo un ritorno economico per la sua influenza su una futura proposta legislativa riguardante lo snus. Ma, di fatto, non sarebbe stata conclusa nessuna transazione tra la compagnia e l'imprenditore e non c'è stato alcun passaggio di denaro.
L'Olaf non ha riportato alcuna prova schiacciante della diretta partecipazione di Dalli all'affare, ma ha avanzato considerazioni che "egli ne fosse al corrente".L'accusa sarebbe dunque quella di "traffico di influenza", sebbene il rapporto dell'Olaf mostri chiaramente che il processo decisionale della Commissione europea non è stato alterato in alcuna maniera dai fatti oggetto dell'indagine.
Il report finale dell'Olaf è stato spedito all'attorney general di Malta, il quale dovrà ora decidere il da farsi.
Barroso ha assegnato al vice presidente Maros Sefcovic il compito di ricoprire il ruolo di Dalli ad interim, fino a quando verrà nominato un nuovo Commissario che dovrà essere di nazionalità maltese, come richiesto dall'articolo 246 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
La versione di Dalli
Dalli si è dimesso, dunque, un nuovo Commissario ad interim è stato nominato e la palla passa al sistema giudiziario maltese: questa la posizione dell'Unione europea. Ma il diretto interessato non ci sta, e affida la sua replica non a canali ufficiali, ma alla rivista on line britannica New Europe (con annessa polemica sulle motivazioni per cui il servizio stampa ufficiale della Commissione europea non abbia voluto, o potuto, pubblicare la sua versione dei fatti).
"Continuerò a lavorare in modo che tutti gli sforzi compiuti da me e dai miei servizi per rivedere la direttiva Tabacco procedano come previsto". Così si conclude la dichiarazione riportata da New Europe, che riporta tra l'altro il deciso rifiuto di ogni accusa e la volontà di intraprendere ogni azione possibile per dimostrare che le conclusioni raggiunte dall'Olaf sono "completamente false".
Nell'intervista (in inglese) presente sul sito di New Europe John Dalli nega di aver ricevuto il report dell'Olaf. In casi come questi la procedura prevede la possibilità del soggetto di prendere visione dei risultati dell'indagine e poterli commentare prima che il report finale venga reso pubblico, ma Dalli sostiene di non aver ancora ricevuto il report (l'intervista è del 17 ottobre) e di essere venuto a conoscenza del suo contenuto direttamente da Barroso, durante il loro incontro del 16 ottobre. In quello stesso incontro, dice, "sono state richieste le mie dimissioni".
Nel video Dalli rifiuta "categoricamente" le non meglio precisate "prove circostanziali" che secondo l'Olaf lo vedono al corrente delle relazioni tra l'imprenditore maltese e la società svedese, e sottolinea che l'Olaf stesso riporta che il processo decisionale sulla Direttiva Tabacco non è stato assolutamente intaccato.
La nuova Direttiva Tabacco è stata studiata per essere molto restrittiva (divieto di tabacchi aromatizzati, obbligo di dedicare gran parte del packaging a fotografie dei danni causati dal fumo…), con lo specifico intento di rendere il fumo "un'abitudine non attraente" per i consumatori, soprattutto quelli più giovani.
Secondo Dalli è ora molto improbabile che la Direttiva venga varata ufficialmente. Alla diretta domanda dell'intervistatore ("Chi pensa che trarrà vantaggio dal fatto che la Direttiva è stata sospesa ora che lei non c'è più?") la risposta di Dalli è altrettanto schietta: "E' un grande vantaggio per l'industria del tabacco, non certo per i cittadini europei".
Dalli conclude l'intervista guardando al futuro: "Continuerò a lavorare a fianco dei miei colleghi al Parlamento europeo e nei ministeri della Salute dei vari Stati membri. So che molti di loro sono a favore della restrizione del regolamento sul tabacco: cercherò in ogni modo di far passare il messaggio che sarebbe un vero peccato che venga sprecato tutto il lavoro fatto fino ad ora".
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