"Il tema dell'aiuto ai poveri, anche attraverso le eccedenze alimentari, è per questo governo particolarmente importante, considerando che il tema dell'etica, declinata in legalità e solidarietà, è per noi caratterizzante".
Così il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, è intervenuto alla presentazione dell'indagine 'Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunità', realizzata dalla Fondazione per la Sussidiarietà e dal Politecnico di Milano, dalla quale è emerso che le eccedenze della filiera alimentare si attestano su 6 milioni di tonnellate pari al 17% dei consumi per un valore di 13 miliardi l'anno.
"Ho inserito nel decreto sviluppo un provvedimento - ha precisato il ministro - che istituirà un fondo nazionale al quale potranno contribuire tutte le imprese della filiera agroalimentare e la società civile. L'idea è che questo fondo possa integrare e supportare le misure europee già previste, considerando il contesto sempre più difficile nel quale si trovano i meno abbienti".

 

Nonostante la riduzione degli sprechi praticata dal 57% delle famiglie italiane, a finire nella spazzatura è comunque un intero mese all'anno di spesa. E’ quanto emerge dall'analisi Coldiretti-Swg sulla base della ricerca realizzata dalla Fondazione in collaborazione con Nielsen.
Il 58% del cibo viene perso nella produzione e nella distribuzione come accade per gli alimenti che restano sugli scaffali dei supermercati e superano la data di scadenza. Per il resto si tratta di cibo andato a male nelle case (3,4%) o di avanzi non utilizzati (5%) tanto che ogni anno nelle famiglie finiscono nel bidone 42 chili di alimenti a testa pari a 117 euro a persona, secondo la ricerca. Lo spreco riguarda per il 40% le bevande, per il 25% il prodotto fresco, per il 17% generi a lungo conservazione, per il 14% frutta e verdura, per il 6% carne e pesce, per il 4% il pane e per il 2% i surgelati.

“Siamo consapevoli – ha detto il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua - di quanto sia necessario trasformare le eccedenze della filiera alimentare in un’opportunità di recupero e redistribuzione dei prodotti. Siamo favorevoli a misure di incentivo per valorizzare le eccedenze, che per altro nella fase della produzione industriale secondo lo studio del Politecnico di Milano incidono solo per lo 0,4%, e vengono recuperate per il 55,3%. Ben venga l’istituzione di un fondo nazionale per gli indigenti. Già oggi il 35,3% dell’eccedenza dell’industria è donato a enti caritativi e sono circa 700 le aziende alimentari che forniscono una realtà importante del terzo settore come il Banco Alimentare, ma siamo pronti a fare di più".