Unioncamere ha presentato oggi 3 maggio, in occasione della decima Giornata dell'economia, il Rapporto 2012 sull'economia italiana. Lo scenario non è roseo: si prospetta infatti un altro anno difficile, per consumatori e Pmi. C'è preoccupazione anche per la tenuta del tessuto produttivo: solo nel primo trimestre dell'anno sono state chiuse già 26mila imprese, di cui la metà agricole.

"I dati presentati da Unioncamere - ha dichiarato il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso - sono impietosi e raffigurano quel che gli operatori del settore agricolo affermano da molti anni". 

Il dato è particolarmente preoccupante al Sud, dove il Pil segna il -2% rispetto al -1,5% della media nazionale.

"La crisi economica va ovviamente affrontata nella sua interezza e complessità - ha concluso Tiso - ma è doveroso tener conto dei picchi di difficoltà che si stanno riscontrando in alcune aree e agire con prontezza per evitare una loro espansione".

 A testimoniare le difficoltà del Meridione anche il calo dei consumi (-2,4%), dello 0,3% più alto che nel resto del Paese. Se i consumi delle famiglie sono previsti in calo del 2,1 per cento in media, nel Meridione il crollo potrebbe avere punte fino al -2,8 per cento in Molise e -2,7 per cento in Basilicata. Lo stesso succede se si guarda esclusivamente al carrello alimentare, che costituisce la base della spesa per le famiglie italiane. "Secondo i nostri dati - ha rilevato la Cia, Confederazione italiana agricoltori - a causa della crisi una famiglia su tre ormai riduce abitualmente gli acquisti per la tavola, ma se si guarda solo al Sud il 'taglio' alla dispensa arriva a riguardare quasi una famiglia su due".