"La scelta di non convocare il settore agricolo al Tavolo governo-parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro è dal punto di vista metodologico incomprensibile". Questo il parere della Cia - Confederazione italiana agricoltori espresso all'audizione della Commissione Lavoro del Senato sul ddl. 3249. Un settore di primo piano nel mondo produttivo, nel quale 200mila imprese occupano un milione di lavoratori, non ha avuto l'opportunità di contribuire ad un passaggio cruciale per il rilancio del nostro Paese.

Nel merito del provvedimento la Cia ritiene che il ddl, nel confermare le attuali regole che sovrintendono il lavoro ed il sostegno al reddito in agricoltura, abbia correttamente interpretato le specifiche caratteristiche del lavoro degli operai agricoli, stagionale per definizione.

Tuttavia, con riferimento ai rapporti di lavoro degli impiegati e quadri agricoli, cui si applicano, invece, tutte le modifiche relative al contratto a termine, la Cia sottolinea che l'intervento legislativo (aumento del costo contributivo, durata massima del primo contratto ed intervallo fra contratti) sia particolarmente limitante, laddove, in un momento di grave crisi come l'attuale, il contratto a termine, seppure flessibile, costituisce pur sempre una forma di lavoro regolare e pienamente tutelata.

Altrettante perplessità la Cia manifesta in ordine alle modifiche sulle tipologie di lavoro autonomo, quali le collaborazioni a progetto e le partite Iva, ritenendo che la somma di presunzioni relative ed assolute possa rischiare di delineare un quadro di regole eccessivamente rigido e penalizzante dei genuini rapporti di lavoro autonomo.

Da ultimo sulle modifiche relative al regime dei voucher, la Cia giudica che tale tipologia di lavoro abbia dimostrato, nel tempo, di rappresentare uno strumento aggiuntivo a disposizione delle imprese agricole per gestire, in ipotesi limitate, situazioni che non rientrano negli schemi tipici del lavoro dipendente, bensì di quello occasionale. Il tutto offrendo indiscutibili vantaggi sia dal punto di vista della semplificazione degli adempimenti sia da quello delle tutele necessarie (contributive ed assicurative) al prestatore di lavoro.

La Cia ritiene, pertanto, necessario che tale strumento sia confermato e che le ipotesi legislative di un suo ampliamento nell'utilizzazione non configurino particolari rischi di destrutturazione del mercato del lavoro in agricoltura.