"Non c'è nessun intento del governo di penalizzare il settore agricolo, ma l'Esecutivo non ha intenzione di esentare il settore dai sacrifici di una manovra molto incisiva". Lo ha detto il sottosegretario all'Economia, Vieri Ceriani, nel corso della sua audizione sull'Imu agricola in Commissione Agricoltura del Senato, a cui ha partecipato anche il Capo dipartimento del ministero, Fabrizio Lapecorella.
Ceriani ha infatti chiarito che il tema è all'ordine del giorno del Governo, ma i risultati con molta probabilità saranno deludenti, perché ci sarebbe difficoltà a spiegare ad altre 4 milioni di Partite Iva che gli agricoltori non pagano a differenza delle altre categorie produttive.
Su questo aspetto, Ceriani ha fatto notare che già nel fissare l'aliquota al 2 per mille, rispetto all'imposta normale pari al 7,6 per mille, il Governo ha già mostrato sensibilità nei confronti del comparto.
Secondo il sottosegretario, che sul tema ha attivato un tavolo di confronto con Coldiretti, Cia e Confagricoltura, con le quali - ha annunciato - si sta giungendo ad una convergenza di stime per quello che concerne l'impatto sulle imprese, dall'applicazione dell'aliquota per l'agricoltura non dovrebbero esserci aggravi "sostanziosi e sostanziali".
Rispetto alle stime inizialmente proposte dalle organizzazioni - ha affermato Ceriani - da un affinamento delle cifre si parla di un'imposta che graverà sull'agricoltura per qualche centinaio di milioni di euro. Il sottosegretario ha poi dichiarato che il governo sta continuando a ragionare per considerare tutti gli aspetti della questione nell'interpretazione della norma, compresi i casi specifici di alcune imprese agricole.
Al di là dei locali ad uso abitativo, per i quali verrà applicata la normale tassazione, all'ordine del giorno vi è la tassazione dei terreni e dei fabbricati rurali: circa i terreni - per Ceriani - non si deve tener conto esclusivamente del maggior costo comportato dall'Imu rispetto all'Ici, ma anche del fatto che il proprietario è escluso dal pagamento dell'Irpef sul reddito dominicale. Ciò significa che l'aggravio per i possessori di terreni sarà pari a qualche decina di milioni di euro.
In termini di maggior gettito si parla di un aggravio - ha proseguito il sottosegretario - di 30-40 euro l'anno per ciascun contribuente agricolo.
Il moltiplicatore - ha ricordato - è differenziato tra il possessore e l'agricoltore professionale.
Quanto ai fabbricati strumentali, il sottosegretario ha osservato come su questo capitolo sussistano le maggiori preoccupazioni da parte delle associazioni. E' stata fatta una valutazione - ha aggiunto Ceriani - sulla base dai dati emersi dal Censimento agricolo, da cui si evince che su circa 3 milioni e mezzo di immobili, di cui ancora un milione da censire, l'incremento di Imu dovuta si aggirerebbe intorno ai 135 milioni di euro, pari a 53 euro in media ad immobile e stimabile intorno ai 2.025 euro in media di rendita catastale.
Il sottosegretario ha specificato che si sta cercando di capire se è possibile apportare qualche aggiustamento, in particolare rispetto all'eventualità del rischio di colpire troppo un comparto specifico, come ad esempio quello degli allevamenti.
Ha poi dichiarato che dovrebbero essere esclusi dal pagamento dell'imposta tutti quegli immobili non funzionali all'attività per i quali sono preposti, in quanto la loro rendita è pari a zero.
Il problema - ad avviso di ceriani - è il mancato aggiornamento del catasto. Le rendite catastali - ha concluso - dovrebbero tener conto del rendimento medio locativo del terreno.
La rabbia delle organizzazioni: 'Un salasso'
"Un 'salasso' da un miliardo di euro che rischia di mettere fuori mercato molte imprese. Questo l'impatto che avrà quest'anno l'applicazione dell'Imu sui fabbricati rurali e sui terreni agricoli", afferma in un comunicato la Cia-Confederazione italiana agricoltori. "E' inconcepibile - continua la Cia - che per le categorie produttive si usino metri diversi. Gli agricoltori sono costretti a pagare su beni e strumenti indispensabili per la loro attività produttiva, mentre per altri si trova sempre una soluzione accomodante"
Il gettito che genererà sui fabbricati rurali strumentali "supera i 600 milioni di euro; quello per i fabbricati usati dagli agricoltori ad uso abitativo è di circa 350 milioni di euro. L'applicazione dell'imposta sui terreni agricoli comportera', inoltre, un esborso di 450 milioni di euro".
"Il ministro Catania oggi ha fatto bene a ricordare che l'agricoltura non è in grado di sopportare una pressione fiscale tanto accentuata rispetto a quella attuale. le sue parole devono far breccia nelle convinzioni di questo governo che ha basato il suo programma sull'equità". Lo afferma il presidente della Confagricoltura, Mario Guidi, dopo le dichiarazioni del ministro sull'Imu nell'audizione in Commissione Agricoltura della Camera. "il peso dell'imu per le imprese - sottolinea Guidi - fra 1,3 miliardi di euro di nuove imposte e 2/3 miliardi di euro per l'accatastamento dei fabbricati rurali, è prossimo al valore della Pac per il nostro Paese: il settore non può permettersi questo salasso".
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Fonte: Agrapress