Fa discutere la liberalizzazione degli orari dei negozi contenuta nel cosiddetto decreto 'Salva Italia' varato dal governo Monti. Dal mondo agricolo viene il commento favorevole della Cia e del presidente di Cogeca, Paolo Bruni.
"Le polemiche di questi giorni sono eccessive e nascondono anche una certa paura del cambiamento - dice Cia - Confederazione italiana agricoltori -. Certo non si tratta di tenere aperti gli esercizi commerciali 24 ore su 24, ma di ampliare la gamma di opportunità di relazione con i consumatori, sempre più diversificati nelle abitudini e nei bisogni".
"Siamo certi - afferma la Cia - che tutto questo possa andare incontro alle esigenze dei cittadini e ci auguriamo che possa accrescere la vendita di prodotti agroalimentari. Ma siamo in una fase di recessione con la domanda interna in forte calo e non possiamo prefigurare immediati mutamenti di rotta".
Per la Cia, la liberalizzazione, la possibilità di ampliare le fasce orarie di apertura e di utilizzare nuovi punti vendita, presso alberghi, ristoranti e altre strutture ricettive, come già avviene per gli agriturismi, può rappresentare, inoltre, una grande opportunità di sviluppo di filiere locali di vendita di eccellenze alimentari e gastronomiche.
"La liberalizzazione degli esercizi commerciali non deve, però, rimanere fine a se stessa, ma - conclude la Cia - deve essere accompagnata da politiche produttive e di marketing diversificate, fondate sulla qualità, il legame con il territorio, la trasparenza, la corretta etichettatura e la chiara informazione".
Secondo Paolo Bruni, presidente di Cogeca, la misura può "contribuire all'incremento delle vendite dei prodotti agroalimentari, come già avviene in altri Paesi europei".
"Ritengo inoltre – ha aggiunto Bruni – che tale provvedimento possa stimolare la vendita dei prodotti tipici italiani - vere e proprie eccellenze gastronomiche - presso alberghi e strutture ricettive dislocate sull'intero territorio nazionale, giovandosi auspicabilmente di un accordo tra l'associazione degli operatori alberghieri e le nostre imprese cooperative".
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Fonte: AgricolturaOnWeb