L’agricoltura continua a rivelarsi un vero argine alla crisi peggiore dal dopoguerra. I dati Istat sull’occupazione lo certificano e confermao la tenuta del settore, anche oltre le sue caratteristiche anticicliche rispetto al complesso dell’economia nazionale e nonostante le pesanti difficoltà in cui si dibattono le imprese agricole".

Così il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi commenta i dati Istat sull’occupazione.
Il settore primario - ha proseguito Guidi - garantisce occupazione a circa un milione di lavoratori e offre nuovi spazi ai giovani: quasi il 50% di chi lavora in agricoltura ha meno di 40 anni e la metà di questi è sotto i 29 anni.
Anche il boom registrato dalle iscrizioni alle facoltà di Agraria prova che l’agricoltura offre possibilità di lavoro, anche dipendente, interessanti e stimolanti
". Di qui l'auspicio a promuovere politiche, nazionali ed europee, che rafforzino ed agevolino l’ingresso di nuove forze giovani nelle imprese agricole.

"L’agricoltura dimostra di essere un comparto ancora vivo e vitale - rimarca la Cia - Confederazione italiana agricoltori -. Nonostante tutti i problemi che condizionano la competitività delle aziende, il settore primario traina la ripresa dell’occupazione".
Dopo aver chiuso il 2010 con una crescita degli occupati nei campi dell'1,9 per cento, a fronte del calo generale dello 0,7 per cento, anche i primi mesi del 2011 si sono aperti con un segno positivo: i lavoratori in agricoltura aumentano dell’1,2 per cento, soprattutto nel Mezzogiorno (+4,5 per cento) e al Nord (+2,5 per cento). L’incremento interessa in particolare il lavoro dipendente (+6 per cento) rispetto a quello autonomo (-2 per cento).
"Dopo anni - spiega la Cia - si registra un ritorno al lavoro in agricoltura, legato in questi mesi soprattutto alle campagne di raccolta di frutta e verdura, che interessano anche studenti e giovani sotto i 40 anni.  Si tratta di un’inversione di marcia importante e di un segnale di 'rinascita' che la politica non può più ignorare".

E a fare il punto sulle campagne di raccolta è Coldiretti.

L'organizzazione riporta che questa estate sono almeno duecentomila i giovani impegnati nelle campagne di raccolta di frutta, verdura e nella vendemmia. Dal primo giugno, i giovani lavoratori dai 16 ai 25 anni regolarmente iscritti ad un ciclo di studi possono essere remunerati con voucher, i buoni lavoro che comprendono già la copertura assicurativa e previdenziale e non sono soggetti a ritenute fiscali.

Nonostante l'estate coincida tradizionalmente con il periodo di maggior lavoro nelle campagne, quest'anno si sono verificate alcune difficoltà a causa del crollo dei prezzi pagati ai produttori per la frutta, dalle pesche fino alle angurie che molti produttori non hanno potuto neanche raccogliere. 

I prezzi della frutta estiva sono crollati alla produzione con cali che vanno dal 47 per cento dei cocomeri al 22 per cento per le pesche nella terza settimana di luglio rispetto allo scorso anno, secondo le analisi Coldiretti su dati Ismea, anche se l'Istat ha rilevato al consumo un ulteriore aumento del prezzo medio della frutta dell'1,6 per cento su base annua. 

"Per gli studenti - continua la Coldiretti - lavorare nei campi significa, oltre a un primo contatto con il mondo del lavoro, anche fare una esperienza diretta a contatto con la natura, i suoi prodotti ed una cultura che ha fatto dell'Italia un Paese da primato a livello internazionale nell'offerta di alimenti e vini di qualità". Un'occasione utile per imparare a conoscere la genuinità e le caratteristiche dei veri prodotti del Made in Italy, per impararli a distinguere da quelli importatati spacciati come nazionali anche sugli scaffali dei superercati al momento di fare la spesa.

Lo strumento dei voucher è stato introdotto per la prima volta proprio in occasione della vendemmia 2008; da allora ne sono stati staccati oltre 3,3 milioni dal valore di 10 euro per remunerare il lavoro in campagna. L'agricoltura è il settore che ha maggiormente utilizzato questa opportunità con circa il 27 per cento dei voucher totali seguita a distanza dalle manifestazioni sportive, culturali o di solidarietà e dal commercio.

"I voucher - conclude la Coldiretti - rappresentano uno strumento che offre interessanti opportunità di reddito e occupazione a categorie particolarmente deboli e risponde coerentemente alle richieste di semplificazione del lavoro nei campi, che può così meglio esprimere le proprie potenzialità in un momento di crisi, senza con ciò destrutturare il mercato del lavoro agricolo".