Nel 2006 la produzione lorda vendibile agricola dell’Emilia Romagna è ammontata a quasi 3.564 milioni di euro, contro i 3.468 milioni del 2005 (+3% circa), secondo le prime previsioni diffuse dal Servizio programmi, monitoraggio e valutazione della Direzione regionale agricoltura. Un recupero, dunque, rispetto ai risultati molto deludenti del 2005, ottenuto nonostante il forte ridimensionamento subìto dal comparto bieticolo-saccarifero a causa della riforma dell’Ocm zucchero. Il merito è in gran parte da attribuire ai prezzi di cereali, frutta e vino, che segnano una netta ripresa rispetto ai livelli minimi raggiunti nella precedente campagna.
Il settore degli allevamenti ha fatto registrare nel complesso un lieve incremento del valore della produzione complessiva, attestandosi a 1.573 milioni di euro (+ 0,9% rispetto al 2005).
Mostrano segnali di ripresa rispetto allo scorso anno i prezzi di bovini (10,1%), suini (10,3%) e pollame (+8,9%), dopo la crisi determinata dall’influenza aviaria, e uova (+13%), mentre perdurano le difficoltà del settore lattiero-caseario dovute alla crisi di mercato del Parmigiano-Reggiano.
Nel settore dei seminativi, che vale 1.057 milioni di euro (- 4,9% rispetto al 2005) il buon andamento del valore delle produzioni cerealicole (+15%) e orticole (+2,1%) non è riuscito ad assorbire completamente i cali determinati dalla forte diminuzione degli investimenti a barbabietola da zucchero.
Le colture frutticole hanno chiuso il 2006 in netto attivo, con 678 milioni di euro (+19% rispetto al 2005). Bilancio positivo anche per il settore vitivinicolo: 256 milioni di euro (+ 12%).
“Dopo diversi anni di difficoltà – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni – finalmente un dato positivo, sul quale hanno certamente inciso il particolare andamento climatico e la ripresa della situazione economica generale, alla quale il settore primario ha senza dubbio contribuito.
La nostra agricoltura, grazie alla sua organizzazione, alla ripresa delle esportazioni, alla capacità di dar vita a filiere strutturate ed efficienti, all’attenzione ai problemi della sicurezza, della qualità e della tracciabilità delle produzioni è stata in grado di intercettare ed amplificare questi aspetti.
Dobbiamo continuare in questa direzione, investendo sulla qualità, sull’efficienza, sull’allargamento della nostra presenza sui mercati per rendere strutturale la ripresa, utilizzando tutti gli strumenti disponibili e soprattutto valorizzando la professionalità e l’intraprendenza dei nostri agricoltori, specialmente quelli più giovani”.
“Un concreto contributo – ha concluso Rabboni – arriverà certamente dal nuovo Programma regionale di sviluppo rurale 2007–2013 che, dopo l’approvazione dell’Assemblea regionale, è ai blocchi di partenza ed è largamente orientato al conseguimento di questi obiettivi”.