Se guardiamo alla filiera agroalimentare nel suo complesso, il settore della trasformazione è quello che ha abbracciato maggiormente il paradigma della digitalizzazione. Secondo gli ultimi dati dell'Osservatorio Smart AgriFood, School of Management del Politecnico di Milano e Laboratorio Rise - Research & Innovation for Smart Enterprises dell'Università degli Studi di Brescia, ben l'82% delle aziende agroalimentari utilizza soluzioni digitali e il 48% ne usa quattro o più. L'11% ne usa tre, il 12% due e solo il 12% ne usa soltanto una.


Se invece ci spostiamo a monte della filiera, salta agli occhi come solo il 79% delle aziende agricole usi strumenti digitali e il 28% ne usi quattro o più. Se però analizziamo questi dati in prospettiva, il trend è assolutamente positivo. In media vengono infatti usate 3,2 soluzioni per azienda, un dato in crescita del 21% anno su anno (2022 su 2021).

 

Il digitale nelle aziende agroalimentari

Ma quali sono le soluzioni adottate dalle aziende? In testa troviamo i software gestionali, scelti dal 77% delle imprese. Seguono poi il cloud (48%), i QRCode (46%), il mobile (33%), gli Epr-Mes (28%), i robot e i cobot (29%), i Tms-Wms (25%) e poi a scendere i software di business intelligence, il tag Rfid e Nfc, i Raggi X (per la qualità dei prodotti), le stampanti 3D e la blockchain (sotto il 5%).

 

Il balzo più impressionante lo ha fatto il cloud, che ha visto un aumento del 30% del suo utilizzo anno su anno, come anche i robot, che invece hanno segnato un +80%. Salta agli occhi invece come tecnologie oggi sulla cresta dell'onda e mediaticamente molto esposte, come la realtà virtuale, l'intelligenza artificiale, la blockchain e le stampanti 3D, di fatto siano marginali nell'operatività delle aziende agroalimentari.

 

Le soluzioni più utilizzate

Le soluzioni più utilizzate

(Fonte foto: Osservatorio Smart AgriFood)

 

I motivi che spingono gli imprenditori ad adottare gli strumenti digitali sono presto detti: nel 64% dei casi si vogliono migliorare i processi produttivi e quindi si guarda ad un efficientamento della produzione. Nel 38% dei casi l'obiettivo è la tracciabilità, utile sia per effettuare i richiami in maniera rapida in caso di problemi, sia per raccontare, magari attraverso l'uso di QRCode, la storia di un cibo.

 

Con il 26% segue la gestione delle scorte di magazzino e la sicurezza degli alimenti. Al quinto posto, con il 16%, c'è lo sviluppo di nuovi prodotti e nel 15% dei casi invece si guarda alla sostenibilità ambientale e sociale.

 

Il digitale è percepito sicuramente dagli imprenditori come uno strumento in grado di sostenere la crescita aziendale, tuttavia sono diversi gli ostacoli che ne rallentano l'adozione. Il principale fra tutti è il costo, considerato eccessivo da un'azienda su due.

 

Segue poi con il 24% la mancanza di competenze in azienda. Ed è significativo che nel 16% delle imprese manchi un referente per l'innovazione digitale, che viene affidata solitamente al titolare (25% dei casi) o al responsabile IT (20% del campione).

 

Il 15% delle aziende ritiene che le tecnologie sul mercato non si adattino ai propri bisogni, mentre il 14% vede un rientro dell'investimento troppo lontano nel tempo. Con il 13% segue la difficoltà di misurare i benefici dell'innovazione e il 9% ritiene che la mancanza di collaborazione fra le diverse aree aziendali sia un ostacolo alla digitalizzazione. Solo il 7% vede in una carente assistenza post vendita un ostacolo.

 

Nonostante i numeri positivi sull'adozione e sulle opportunità di sviluppo per tutte quelle tecnologie ancora poco impiegate e conosciute, poco meno del 30% delle aziende dichiara di voler investire in nuove soluzioni entro i prossimi tre anni. L'80% delle aziende che non intende investire ha già implementato una o più soluzioni digitali, dunque, probabilmente, vuole ora misurarne i benefici prima di procedere con nuovi investimenti. Tra le soluzioni in cui il 28% dichiara di voler investire si trovano i software per la tracciabilità (33%) e di business intelligence (26%), ma anche soluzioni basate su QRCode (23%).

 

Il digitale in agricoltura, una curva in salita

Anche le aziende agricole guardano con interesse all'innovazione digitale. In media vengono utilizzate 3,2 soluzioni per azienda, dato in crescita del 21% rispetto al 2021. E se il 28% ne usa quattro o più, il 12% si ferma a tre, un altro 12% a due e il 19% ad una sola soluzione.

 

Anche nel settore agricolo la prima soluzione adottata è rappresentata dai software gestionali (47%), ma al secondo posto (34%) troviamo i sistemi di monitoraggio e controllo di macchine e attrezzature. Ancora più giù, al 26%, ci sono i sistemi di monitoraggio delle coltivazioni e al 20% i Sistemi di Supporto alle Decisioni (Dss).

 

Solo l'1% utilizza robot di campo e il 4% si affida invece ai droni. Buona invece l'adozione di diverse tipologie di tecnologie per il monitoraggio e la gestione di fattori di produzione (come acqua, fertilizzanti e agrofarmaci).

 

Le soluzioni 4.0 utilizzate dalle aziende agricole

Le soluzioni 4.0 utilizzate dalle aziende agricole

(Fonte foto: Osservatorio Smart AgriFood)

 

Se all'interno del comparto agricolo si guarda allo spaccato delle aziende zootecniche, la situazione è molto più rosea. Ben il 70% usa i software gestionali e il 34% usa i Dss, 20 punti percentuali in più rispetto alle aziende agricole. Anche i robot sono ormai una realtà consolidata in stalla, visto che sono adottati da ben il 24% delle aziende, contro l'1% del settore agricolo in generale.

 

I fabbisogni soddisfatti dal digitale sono in linea con tutta la filiera:

  • Ottimizzare l'uso di input tecnici - 63%.
  • Ottimizzare l'uso di acqua - 51%.
  • Ottimizzare il lavoro degli operatori - 38%.
  • Ottimizzare l'uso del parco macchine - 37%.
  • Migliorare la qualità del prodotto - 36%.
  • Ridurre i tempi per l'adempimento degli obblighi normativi - 25%.
  • Ridurre il danno di parassiti e infestanti - 22%.
  • Garantire la tracciabilità - 21%.
  • Rendere il lavoro fisico meno faticoso - 16%.


I numeri dell'Osservatorio Smart AgriFood ci dicono che aumenta anche la percentuale di terra coltivata con soluzioni 4.0, passando dal 6% del 2021 all'8% del 2022. Questo incremento, sebbene significativo, rimane limitato, indicando un considerevole spazio per la crescita nel mercato.

 

Nel corso del 2022, una parte sostanziale degli investimenti è arrivata da aziende agricole con esperienza nel settore 4.0, che continuano a innovare acquisendo nuove soluzioni o servizi. Tuttavia questo non si traduce in un aumento della superficie coltivata con tecnologie 4.0, poiché tali sistemi operano effettivamente sulla stessa area coltivata. Rimane quindi un notevole potenziale inespresso.

 

Inoltre va sottolineato che per massimizzare i benefici e garantire un'esperienza positiva, è essenziale consentire l'integrazione dei dati provenienti da diversi sistemi, interni o esterni. Negli ultimi anni, si è registrato un aumento di iniziative e progetti di collaborazione che promuovono l'interoperabilità, compreso l'aumento delle piattaforme di integrazione dati, molte delle quali hanno portata internazionale. Queste piattaforme mirano a supportare direttamente le aziende agricole nelle decisioni cruciali, favorendo un uso armonico dei dati provenienti da fonti eterogenee.

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