Vespa velutina, il calabrone asiatico che si sta diffondendo velocemente in varie parti d'Italia, è arrivato anche in Sardegna.

 

A comunicarlo sono stati i ricercatori del dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari, dopo un avvistamento sospetto a Ilbono nell'Ogliastra, il 26 luglio 2025, da parte di un apicoltore che aveva visto dei calabroni in caccia davanti ad un suo apiario.

 

Dopo la segnalazione i ricercatori di Sassari sono andati sul posto verificando che si trattava effettivamente di Vespa velutina ed estendendo il monitoraggio anche ad altri apiari nella zona, con l'aiuto e la collaborazione degli apicoltori locali.

 

Monitoraggio che ha portato al ritrovamento dei calabroni asiatici in altri 2 apiari ad alcune centinaia di metri di distanza dal primo, facendo ipotizzare che ci sia un nido nella zona.

 

Si tratta del primo ritrovamento del calabrone asiatico sull'isola, fatto che desta particolare preoccupazione sia per l'apicoltura, data la voracità di questo insetto per le api da miele, sia per l'ambiente, mentre non ci sono particolari rischi per le persone perché la pericolosità di Vespa velutina non è maggiore da quella di altri calabroni.

 

In Sardegna fino a pochi anni fa non era presente nessuna specie di calabrone, nemmeno Vespa crabro, che è da sempre comunemente diffusa su tutto il resto del territorio nazionale. Poi l'arrivo proprio di Vespa crabro nel 2010 e, nel 2021, anche una prima segnalazione di Vespa orientalis a Cagliari.

 

L'arrivo dei calabroni sull'isola può quindi rappresentare un problema ecologico importante ed è strettamente monitorato dall'Università di Sassari che, come si è detto, si è già attivata anche in questo caso e che è in contatto anche con altri enti che da anni sono attivi nel contrasto al calabrone asiatico sulla Penisola.

 

cartello-velutina-sardegna-by-università-sassari-1200x800-jpg.jpg

La brochure fatta dai ricercatori del dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari sull'attivazione del monitoraggio in Sardegna

(Fonte: Università di Sassari)

 

I contatti sono stati presi in particolare con la Toscana, dove è in atto un piano di gestione di Vespa velutina promosso dalla Regione e portato avanti dal Crea, dalle Università di Pisa e di Firenze e dalle tre associazioni apistiche principali presenti sul territorio regionale.

 

Così in questi giorni una squadra di tecnici dell'associazione Toscana Miele e del dipartimento di Scienze Veterinarie di Pisa, coordinata dall'Università di Pisa, andrà nel luogo del ritrovamento per applicare la tecnica della telemetria sui calabroni, per cercare di individuare il nido e distruggerlo.

 

Un intervento che, se necessario, potrà essere ripetuto a fine agosto, al momento della nascita delle nuove regine di Vespa velutina. Inoltre, potrebbe realisticamente portare ad una eradicazione del calabrone asiatico dall'isola, ammesso che non ci siano già altri nidi ancora non segnalati.

 

In ogni caso, come hanno voluto sottolineare dall'Università di Sassari, anche se si trattasse di un solo nido che magari viene subito debellato, sarà attivato un sistema di monitoraggio e di controllo su tutta l'isola. Questo lavoro sarà portato avanti assieme ad apicoltori, tecnici e altro personale attivo in campagna, primi tra tutti i forestali del corpo Forest di vigilanza ambientale e dell'agenzia Forestas.

 

C'è, infatti, sempre la possibilità di nuove introduzioni dal continente, come quelli appena ritrovati, che probabilmente sono arrivati in zona con un carico di legna da ardere.

 

Controllare tutte le merci in arrivo nei porti è pressoché impossibile, soprattutto nel caso di merce di basso valore economico movimentata in grandi volumi. E quindi il monitoraggio attivo e capillare sul territorio resta lo strumento più utile per poter intervenire velocemente in caso di necessità.

 

Già da ora tutti gli apicoltori sono invitati a mettere le trappole alimentari con la birra e a fare monitoraggi attivi nei loro apiari, che consistono nell'osservare le attività di volo davanti alle arnie per circa 30 minuti, per verificare la presenza di calabroni in caccia.

 

E chiunque individui insetti sospetti può segnalare la cosa direttamente ai ricercatori dell'Università di Sassari tramite l'indirizzo email vespavelutinauniss@gmail.com.