Da quest'anno potranno circolare nei giorni festivi e negli altri giorni critici per il traffico anche i camion di massa superiore alle 7,5 tonnellate per il trasporto degli alveari per il nomadismo e del miele non invasettato.
Lo ha stabilito il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il Decreto Ministeriale 333/2023 che è entrato in vigore dal primo gennaio 2024.
Come è noto infatti, nei giorni festivi e in altri giorni particolari, come i sabati di luglio e di agosto, è vietata la circolazione dei mezzi pesanti per evitare intralci al traffico e garantire una maggiore sicurezza stradale.
Non sono però sottoposti al divieto i camion che trasportano merci deperibili, farmaci e altri beni quotidiani o che sono necessari per servizi indispensabili.
Dal 2019, su richiesta dell'Uncai, l'Associazione Nazionale dei Contoterzisti Agromeccanici e Industriali, il permesso di libera circolazione è stato esteso anche ai trattori e alle macchine agricole.
Ora questo permesso è stato esteso anche ai mezzi per lo spostamento degli alveari e del miele non invasettato.
L'articolo 8 del Decreto, che elenca le merci non sottoposte al divieto di circolazione, indica infatti anche il miele non invasettato e le api per il nomadismo.
In ogni caso, come ricorda lo stesso articolo, come tutti gli altri veicoli che trasportano merci deperibili, i mezzi devono essere contrassegnati da cartelli rettangolari di colore verde, di 50 centimetri di base e di 40 centimetri di altezza, con una lettera "d" minuscola di colore nero e di 20 centimetri di altezza, messi su ogni fiancata e sul retro.
Unaapi, l'Unione Nazionale delle Associazioni Apicoltori Italiani, che si è fatta carico di portare questa proposta al ministero, ha ringraziato il ministro Matteo Salvini e gli uffici ministeriali coinvolti, parlando di "un atto di estrema sensibilità nei confronti del settore apistico ed in particolare nei confronti del nomadismo, sempre più riconosciuto come tecnica indispensabile alla sopravvivenza di api ed aziende apistiche”.
Così ora anche l'apicoltura è stata giustamente parificata nei diritti di circolazione agli altri settori agroalimentari, riconoscendo di fatto il suo valore e il suo ruolo nell'agricoltura nazionale. Almeno sulle strade.