In maggio si è registrata una battuta d'arresto per il prezzo dei suini da macello pesanti destinati al circuito dei prodotti Dop.

Le quotazioni si sono fermate a 2,133 euro al chilo, con un calo del 4,2% rispetto ad aprile.

Cala di conseguenza anche l'indice di redditività degli allevamenti (meno 1,4%) calcolato dal Crefis, il Centro per le Ricerche Economiche sulle Filiere Sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza diretto da Gabriele Canali.

Per contro resta elevato il confronto con le quotazioni dello stesso periodo dello scorso anno, che si mantiene con il suo +33% su valori ampiamente positivi.

Un dato tendenziale che resta positivo (+30,6%) anche nei riguardi dell'indice di redditività.


Ciclo aperto

Per ciò che concerne il ciclo aperto, sempre a maggio, si riscontra una dinamica positiva della redditività dello svezzamento che, grazie ai prezzi dei suinetti di 7kg che, pur stabili, restano su livelli elevati (70,430 euro/capo) e ai costi contenuti degli alimenti ha fatto registrare un indice Crefis in crescita del 2,3% rispetto al mese precedente e del 23,8% nei confronti del 2022.

 

Per la fase di accrescimento si assiste invece a un debole calo della redditività (-0,3% rispetto al mese precedente) dovuta alla stabilità delle quotazioni dei suini da 30 kg che a maggio hanno quotato 4,570 euro/kg (-0,02% il raffronto mese su mese ma +37% la variazione tendenziale) e al costo consistente dei suinetti da 7 Kg a inizio ciclo produttivo.

Resta comunque positivo il confronto tendenziale: +36,5%.

 

Infine, la fase di ingrasso, sempre nel periodo preso in esame, vede calare la redditività del 3,3% su base mensile a causa della flessione dei prezzi dei suini pesanti da macello (output di questa fase) e la concomitante crescita dei costi di approvvigionamento dei capi da allevamento; anche in questo caso il confronto con la situazione dello stesso periodo dello scorso anno è positiva e pari a +30,6%.


Macellazione

In maggio il comparto della macellazione segna un andamento favorevole a livello congiunturale nonostante una flessione dei prezzi dei principali tagli.

Le cosce fresche della tipologia pesante destinate a produzioni tipiche sono scese a 6,070 euro/kg per una variazione mensile del -0,7%; rimane positivo il dato tendenziale: +15%.

Le cosce destinate al prodotto generico, sempre della tipologia pesante, in maggio sono calate dell'1,2% rispetto al mese precedente segnando un valore di 5,090 euro/kg.

Come per le Dop, anche le quotazioni delle cosce generiche mantengono positiva la variazione rispetto al 2022: +10,7%.

 

Per quanto riguarda i lombi i prezzi sono tornati a calare su base mensile: il taglio Padova ha raggiunto a maggio un valore di 4,225 euro/kg (-12,9% la variazione su base congiunturale), mentre il prezzo del taglio Bologna ha perso l'8,1% rispetto al mese scorso attestandosi a 3,950 euro/kg.

Positive le variazioni tendenziali per entrambi i prodotti, pari rispettivamente a +15,8% e +18,8%.

La redditività del comparto, nonostante la flessione delle quotazioni di alcuni tagli di carne, ha beneficiato del calo dei prezzi dei capi da macello pesanti portando l'indice Crefis a +0,5%; rimane negativo però il confronto con il dato dello scorso anno: -11,8%.


Stagionatura

Il mercato del comparto della stagionatura, nel periodo preso in esame, è caratterizzato dalla stabilità dei prezzi dei prodotti stagionati.

Nel dettaglio, il Prosciutto di Parma della tipologia pesante stagionato 12 mesi ha quotato 10,700 euro/kg e il prodotto della stessa tipologia ma non tutelato si è fermato a 8,250 euro/kg.

Sono ancora positive le variazioni tendenziali per entrambi i prodotti e rispettivamente pari a +6,7% e +20,9%.

 

Sfavorevole la situazione riguardante la redditività del comparto: -0,1% su base mensile l'indice Crefis che riguarda il prodotto Dop pesante e -0,7%, sempre mese su mese, per il prodotto non tutelato pesante.

Questo andamento è dovuto agli aumenti dei prezzi delle cosce fresche utilizzate a inizio stagionatura, a fronte della stabilità delle quotazioni degli stagionati.

Anche il raffronto tendenziale non è positivo: le variazioni registrate a maggio sono pari rispettivamente a -18,3% per il Dop stagionato 12 mesi e -1,1% per il generico.

Rimane a favore del prosciutto tutelato il differenziale di redditività tra prodotto Dop e generico: +22,8%.