I primi segnali si erano avuti già a novembre, con la caduta delle quotazioni dei principali prodotti caseari sul mercato europeo.

Come evidenziano le analisi della Commissione europea, mentre il prezzo del latte continuava a crescere, per burro, latte in polvere intero e scremato e così pure per il cheddar, i prezzi erano tutti in decisa flessione.

 

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Il latte spot

Non stupisce allora la brusca frenata del prezzo del latte spot, quello venduto fuori contratto, che nella seduta del 23 gennaio ha proseguito la flessione iniziata già qualche settimana fa.

Nella tabella che segue, elaborata su dati di Assolatte, si nota come per la provenienza nazionale il prezzo si fermi a 52 euro al quintale, il 5,7% in meno rispetto alla settimana precedente.

Il dato tendenziale resta comunque positivo, mostrando un più 18% rispetto allo scorso anno.

Ma non bisogna dimenticare che rispetto al gennaio del 2022 i costi di produzione sono aumentanti ben oltre questa soglia, erodendo di conseguenza i margini degli allevamenti.

 

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Petrolio e dintorni

Ancora una volta si può notare come la caduta del prezzo del latte proceda di pari passo con l'andamento delle quotazioni del petrolio, termometro dell'economia globale.

Il prezzo del greggio si è infatti fermato a 77,5 dollari al barile, come evidenzia il grafico che segue.

Non va trascurato nemmeno il rapporto di cambio fra euro e dollaro, con quest'ultimo che arretra segnando da settembre a oggi un meno 12%.

Per molte delle materie prime importate e quotate in dollari ciò potrebbe tradursi in un beneficio per i mangimi.

Ma per vederne gli effetti pratici occorre attendere, perché le produzioni di mangimi dei prossimi mesi saranno ancora realizzate sulle scorte acquistate con un dollaro "forte" e un euro "debole".

 

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Quanto latte c'è nella Ue...

Altro elemento da prendere in considerazione per anticipare le mosse del mercato è quello dell'andamento della produzione.

A livello europeo i dati più recenti si fermano al mese di ottobre e mostrano una modesta flessione dello 0,2%.

Ma non va trascurato il calo registrato nella produzione di latte in polvere intero, caduta del 5,7%.

Averne ridotto la produzione coincide ovviamente con una maggiore disponibilità di latte fresco.

Significativo anche il calo di oltre il 3% nella produzione di latte condensato.

Si può ritenere che il continuo aumento del prezzo del latte, a fronte di una produzione costante, abbia indotto l'industria di trasformazione a rallentare la produzione per immettere più latte sul mercato. Gli effetti sul prezzo li vediamo ora.

 

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... e in Italia

In Italia la produzione di latte resta bassa, praticamente ferma ai livelli del 2020, cosa che ha favorito sino a ottobre (mese al quale si riferiscono le rilevazioni più recenti) un costante aumento del prezzo del latte spot.

Una favorevole situazione di mercato che ha indotto le industrie del settore a concedere aumenti anche alle vendite sotto contratto.

Gli accordi si avviano però a scadenza e questa caduta del prezzo del latte in gennaio peserà sui prossimi contratti, ma è presto per fare previsioni. 

 

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Media mensile delle consegne di latte negli ultimi tre anni

(Fonte: Assolatte)

 

I formaggi

Parlando prezzi, non si può trascurare cosa avviene sul mercato dei formaggi, alla cui produzione è destinata la quota più rilevante del latte prodotto in Italia.

Consultando i dati messi a disposizione da Ismea, si nota per i due principali Dop (Grana Padano e Parmigiano Reggiano) un mercato sostanzialmente stabile.

Da evidenziare tuttavia come il dato tendenziale sia differente fra questi due formaggi, con il Parmigiano Reggiano sostanzialmente stabile rispetto ai 12 mesi precedenti, mentre il Grana Padano vanta un differenziale a due cifre.

Differenti sono anche le modalità con le quali i due consorzi di tutela hanno deciso di "governare" l'andamento della produzione.
Segnali negativi arrivano però dal burro, in caduta dal mese di novembre dello scorso anno con variazioni negative che nelle ultime settimane hanno superato il 10%.

Il confronto con i prezzi dello scorso anno mostrano un meno 4,2%.

 

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Compito difficile quello delle previsioni di mercato.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri del latte" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.
Le fonti non mancano e AgroNotizie le raccoglie per dare ai lettori gli strumenti per orientarsi.