Continua la piaga dei furti in apicoltura, diffusa un po' in tutta Italia.

 

Una piaga che ogni anno coinvolge centinaia di alveari, portati via per essere  riutilizzati dai ladri stessi o per essere rivenduti.

 

Un fenomeno che ora sta avendo una variante stagionale. Con l'entrata nel pieno del periodo produttivo infatti, i furti si stanno concentrando non sugli alveari e sugli sciami, ma sui melari pieni di miele.

 

I ladri arrivano di notte, o anche di giorno in zone isolate, scelgono i melari pieni e li portano via, spesso ancora con le api dentro e spesso lasciando gli alveari aperti o mal chiusi, esponendoli così al saccheggio o al sole già forte di questi giorni, in grado di sciogliere la cera dei favi.

 

Un danno grave, che può portar via in una notte il lavoro di mesi e danneggiare pesantemente gli alveari portando sia a perdite nette, sia ad aggravi dei costi e a mancati redditi che possono ripercuotersi anche sulla stagione successiva. Oltre ovviamente alla sofferenza inflitta alle api.

 

E il furto dei melari è anche più difficile da contrastare rispetto a quello degli alveari, perché solitamente gli antifurti satellitari si posizionano sull'arnia e non su i melari.

 

Anche l'uso della videosorveglianza con le fototrappole spesso è poco efficace, dal momento che i ladri sono coperti dalle tute da apicoltura e che non sempre i dispositivi riescono a riprendere e filmare le targhe dei veicoli.

 

Ma la cosa più triste di tutta questa vicenda è che a rubare alveari e melari non sono delinquenti comuni, ma altri apicoltori. Delinquenti sì, ma apicoltori.

 

Non si può infatti andare da un ricettatore con un alveare o un melario pieno di miele come ci si potrebbe andare con un braccialetto d'oro. Chi ruba api e melari deve avere l'attrezzatura per farlo e le competenze e gli spazi per gestirli e lavorarci.

 

Apicoltori delinquenti che rubano ad altri apicoltori, ben sapendo il danno che provocano, economico e morale.

 

Apicoltori che rubano ad altri apicoltori, ma non a dei colleghi. Perché chi ruba il frutto del lavoro e della fatica di un altro, anche se fa il suo stesso lavoro non è un collega, è solamente un ladro.