E lo ripete a maggior ragione in questo momento favorevole per il mercato del Pecorino romano, di gran lunga il formaggio più prodotto dal latte di pecora e quello che condiziona e detta ogni anno il prezzo da remunerare al pastore. L’idea, secondo l’organizzazione agricola, è che possa crescere anche il prezzo del latte, ma in un contesto ordinato e di programmazione della produzione.
Coldiretti ricorda come nei primi due mesi del 2020 il Pecorino romano abbia conosciuto un exploit in termini di volumi esportati verso gli Usa pari al 27,5% e del 24,7% in valore. Buone le performance anche in nei discount e nei supermercati.
Fa da contraltare a questo scenario dinamico il prezzo all’ingrosso del Pecorino romano - stagionatura 5 mesi ed oltre – che è rimasto inchiodato in Borsa merci a Milano dal 30 marzo 2020 al 15 giugno scorso a 7,20 euro al chilogrammo sui minimi e 7,50 sui massimi, alle condizioni "franco locale di stagionatura" e Iva esclusa.
Ma è pur vero che il tipico formaggio Dop ha macinato incrementi di prezzo tra fine 2019 e primi mesi del 2020 che oggi lo pongono – secondo il Clal - ad un valore superiore del 12,64% rispetto a giugno 2019, e che in proiezione realizza un prezzo medio 2020 maggiore di quello 2019 del 21,16%.
A testimoniare il fatto che esistono spazi per un rialzo dei prezzi di mercato del latte ovino sardo, trainati dal prezzo del Romano ci sono le "notizie positive" che secondo Coldiretti arrivano "dalla chiusura dei bilanci delle cooperative con Dorgali e Lacesa di Bortigali che hanno chiuso a 1 euro al litro e la cooperativa Lait di Ittiri che è andata anche oltre l’ambito euro: 1,03".
Ma le rilevazioni Ismea del prezzo del latte ovino in Sardegna all’ovile e Iva inclusa continuano a segnalare – ancora tra il 5 ed il 12 giugno - prezzi massimi compresi tra 0,82 e 0,85 euro al litro ed un valore del prezzo prevalente applicato ai contratti non superiore a 0,80 euro al litro.
Inoltre, i produttori di formaggio beneficeranno nel 2020 di un doppio aiuto: le aste Agea per togliere dal mercato 13 milioni di euro di eccedenze produttive e darle in dono agli indigenti, oltre all’intervento aggiuntivo di Regione Sardegna: 5 milioni di euro per ritirare formaggi pecorini sardi a bassa stagionatura in favore delle famiglie bisognose dell’isola.
Elementi di programmazione che dovrebbero poter finalmente dare il via ad un incremento di prezzo anche per chi vende il latte ovino sul mercato, ma da soli non bastano.
"Gli eventi imponderabili come il Covid, ma anche il pericolo dazi Usa o la stessa guerra del latte dello scorso sono dei fattori straordinari che stravolgono il mercato come lo era stata la lingua blu qualche anno fa – ricorda Coldiretti Sardegna, che avverte - ma proprio per attutire anche questi colpi è necessario un tavolo permanente della filiera che sappia programmare a monte e riesca a tenere la barra dritta nei momenti critici garantendo più stabilità a tutti gli attori della filiera e soprattutto all’anello più debole i pastori, sui quali si tende sempre a scaricare la crisi, pagandone a caro prezzo le conseguenze".