Fine febbraio 2019. In Veneto, Lombardia e altrove, gli allevatori di bovine da latte hanno trovato nella cassetta delle lettere un perentorio invito a pagare quanto dovuto per aver superato le quote di produzione previste da Bruxelles.

Storia ormai vecchia, questa delle quote latte, ma quanto mai attuale per chi non ha saldato il debito in una delle tante formule possibili per mettersi in regola con i dettati della legge.
Sono gli "irriducibili", questa una delle definizioni coniate per quanti ancora oggi sono convinti che le multe non siano da pagare. Troppi gli errori e i conti che non tornano, dicono.


Conti salati

Così molti allevatori, alcuni balzati agli onori delle cronache, come il veronese Eugenio Rigodanzo, si sono visti recapitare cartelle esattoriali per centinaia di migliaia di euro, con l'ingiunzione a pagare in tempi rapidi, pena altrimenti il pignoramento.

Una minaccia firmata Agea, l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura, incaricata di procedere con il recupero delle somme dovute.
Un impegno sollecitato dalla Corte di Giustizia europea che già ha condannato l'Italia per la mancata riscossione delle multe (1,34 miliardi di euro), come a suo tempo ricordato da AgroNotizie.
 

Si torna in Tribunale

Mettere mano al portafoglio sembrerebbe l'unica via di uscita. Che per molti può tradursi nella chiusura dell'azienda.

Con un'ultima speranza, aggrappata a una vicenda giudiziaria che sembra ridare vigore alle tesi di chi contesta la correttezza dei "numeri" legati alla produzione di latte in Italia.
Sull'argomento si riapriranno in questi giorni a Roma le porte del Tribunale. Difficile immaginare una risposta celere, qualunque essa sia.


Il rinvio

Dunque, per gli allevatori sembrerebbe non esserci alcuna via di uscita.
Ma a sorpresa ecco arrivare il "decreto emergenze", dove per emergenze si intendono il crollo del prezzo del latte ovino e l'avanzare della Xylella negli ulivi.

Nella tarda serata del sette marzo il Consiglio dei ministri si è affidato alla decretazione di urgenza per dare una risposta alle proteste di pastori e olivicoltori.
E come sovente accade nella formulazione delle norme, fra le pieghe del decreto (AgroNotizie ne ha dato un ampio resoconto), si annida un passaggio sulle multe latte.

Partendo dalla necessità di trasferire le competenze di riscossione da Agea all'Agenzia delle entrate, il recupero delle somme dovute subirà un rinvio a dopo il 15 luglio.
Per quella data le elezioni europee saranno già un ricordo, ma questa è solo una coincidenza...


Il conto resta da pagare

Il problema però è solo rimandato.
Le multe saranno ancora lì e questa volta chi è incaricato della riscossione è assai meglio attrezzato a svolgere questo compito.

Non ci sarà nemmeno il tempo, semmai si arrivasse a questa conclusione, di riaprire il capitolo delle indagini (storica quella dei carabinieri del Ros) sulla correttezza dei dati della produzione di latte in Italia.

La tesi sarebbe quella che l'Italia non ha mai prodotto più latte del consentito.
Un'ipotesi che il sottosegretario all'Agricoltura, Franco Manzato, non intende portare avanti, perché lunga e complessa e dall'esito incerto.

Si è scelta un'altra strada e, stando ad alcune indiscrezioni di stampa, si è al lavoro con la commissione Junker per ottenere qualche "sconto".
Richieste che saranno accolte? Il poco tempo a disposizione non gioca a favore.