La Regione Campania con una circolare della Direzione generale per le Politiche agricole del 19 febbraio 2019, trasmessa ai comuni, all’Anci, alle organizzazioni agricole ed alle autorità ambientali della regione, ridisegna il destino delle nuove zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola, quelle designate con la Delibera di giunta regionale n. 762 del 5 dicembre 2017: obblighi e divieti loro ascrivibili saranno applicabili solo al termine della procedura di Valutazione ambientale strategica, integrata da Valutazione d’incidenza sul nuovo Piano d’azione, che vuol dire un tempo che va dalla fine della prossima estate al prossimo autunno.
Nel frattempo, nelle nuove zone vulnerabili designate nel dicembre 2017, potranno riprendere gli spandimenti di liquame secondo la vecchia normativa sulle zone non vulnerabili.

Gli allevatori avranno quindi ancora del tempo per evitare il dimezzamento delle mandrie: solo negli allevamenti bufalini delle province di Salerno e Caserta sono a rischio oltre il 32% dei capi certificati per la Mozzarella Dop, secondo il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana. E fino ad allora la Campania resterà nello stato di infrazione alla Direttiva nitrati, segnalato dalla Commissione Ue l’8 novembre 2018.

La situazione resta quindi molto seria, visto che Confagricoltura Campania e Coldiretti Campania avevano scatenato nei confronti di questa nuova designazione di aree vulnerabili due distinti ricorsi, rispettivamente al Tar Campania e al presidente della Repubblica. Entrambe le organizzazioni agricole avevano lamentato nei ricorsi amministrativi la scarsa correttezza dei metodi di campionamento e delle procedure. Inoltre, avevano definito ingiustificato il raddoppio delle zone vulnerabili, passate dai circa 158mila ettari definiti nella Delibera di giunta regionale n. 700 del 18 febbraio 2003, agli attuali 316.470 ettari, pari al 23,15% della superficie totale regionale.

Intanto, dal primo marzo prossimo possono riprendere regolarmente gli spandimenti di liquame nelle nuove zone vulnerabili. Perché saranno soggette ai nuovi obblighi ed alle limitazioni degli spandimenti degli effluenti zootecnici già previsti per tali zone – non più di 170 kg di azoto totale per ettaro per anno, come indicato dall’articolo 30 della Delibera di Giunta Regionale 771/2012 – solo dopo l’entrata in vigore del nuovo Piano d’azione, che avverrà a conclusione dell’iter procedurale della Vas - Vi (Valutazione ambientale strategica - Valutazione di incidenza). Fino all’entrata in vigore del nuovo Piano di azione, le aziende zootecniche localizzate nelle zone vulnerabili designate a dicembre 2017 dovranno attenersi al limite di spandimento di 340 kg di azoto totale per ettaro per anno, previsto per quelle non vulnerabili dall’articolo 12 della Dgr 771/2012.

La circolare ricostruisce l’iter che deve ancora seguire la Vas - Vi, e si stima che entro il 30 agosto le nuove zone vulnerabili dovrebbero comportare i nuovi obblighi e divieti previsti dal nuovo Piano d’azione e dalla Delibera di giunta regionale n. 771/2012. In realtà potrebbe bastare l’accoglimento di qualche osservazione proveniente dalla pubblica consultazione, ancora da farsi, per modificare ulteriormente il Piano e allungare i tempi di operatività di obblighi e divieti da zona vulnerabile fin verso il primo dicembre prossimo, quando gli spandimenti saranno comunque vietati e da quel momento fino al successivo ultimo giorno di febbraio 2020, come previsto dall’articolo 5 della Dgr 771/2012.