La maggior parte dei problemi delle vacche da latte si manifestano nel mese successivo al parto e dipendono da variazioni nell'assunzione di cibo e dalla funzione immunitaria prima del parto e nel periodo immediatamente successivo. Il modo in cui gli animali vengono accuditi in questo intervallo di tempo, denominato periodo di transizione, determina lo stato di salute delle vacche che entrano in lattazione e il loro rendimento produttivo e riproduttivo.

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Nei giorni precedenti il parto si verificano dei fenomeni metabolici ed immunologici che, se trascurati, provocano gravi conseguenze per la vacca. Dal punto di vista metabolico si verifica un fisiologico calo dell'ingestione di sostanza secca, che mal si combina con le esigenze di completamento dello sviluppo corporeo del vitello e la produzione del colostro.

Subito dopo il parto poi, rispetto ad una ridotta capacità di ingestione, si assiste ad una crescente richiesta di energia per la produzione di latte, a cui la bovina fa fronte mobilizzando le riserve corporee sotto forma di Nefa (acidi grassi non esterificati) e corpi chetonici. Nelle vacche con bilancio energetico negativo aumenta il rischio di insorgenza di patologie. Le vacche che sviluppano metrite e successiva endometrite subclinica hanno elevate concentrazioni di Nefa e beta-idrossibutirrato nell'immediato post-parto e neutrofili con basso glicogeno intracellulare (Galvao et al., 2010).

A tutto ciò si aggiunge il rischio di ipocalcemia clinica o subclinica, dato dal fatto che al momento del parto la vacca ha nella propria mammella, nel colostro, una quantità di calcio 4/5 volte superiore la quantità di calcio normalmente in circolo nel sangue. Tutti questi fenomeni sono le principali cause delle più comuni problematiche della vacca in transizione: chetosi, ritenzioni di placenta, dislocazioni dell'abomaso, mastiti.

Nelle vacche con bilancio energetico negativo aumenta il rischio di insorgenza di patologie, tra cui mastiti, metriti, chetosi, dislocazioni e ritenzioni placentari
Nelle vacche con bilancio energetico negativo aumenta il rischio di insorgenza di patologie, tra cui mastiti, metriti, chetosi, dislocazioni e ritenzioni placentari
 

Strategie nutrizionali

Per affrontare al meglio il cruciale periodo di transizione è fondamentale una costante ed attenta raccolta dei dati della mandria in modo da avere dei valori concreti su cui ragionare ed in base ai quali elaborare delle strategie gestionali, nutrizionali e sanitarie che andrebbero adottate di comune accordo fra allevatore, veterinario e nutrizionista.

Nell'ambito delle strategie nutrizionali fondamentale è l'adozione di provvedimenti in grado di ridurre il bilancio energetico negativo e la chetosi. Fra questi, ha dato ottimi risultati l'impiego di una combinazione sinergica tra componenti botanici selezionati Crina® Protect e la biotina. L'impiego di questa combinazione nel periodo di transizione, grazie all'aumento di produzione di propionato a livello ruminale e alla sua trasformazione in zuccheri a livello epatico, ha portato al conseguimento di ottimi risultati sul miglioramento del bilancio energetico della vacca fresca, riducendo l'incidenza della chetosi e delle problematiche ad essa connesse.

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di Vincenzo Freddi - Dsm Nutritional Products/Istituto delle Vitamine Spa