Con una delibera di giunta regionale, si ricondurranno queste particelle a Plt con effetto retroattivo già dal 2015 e ad una tara del 50%. Questo perché sui boschi l'aiuto comunitario ad ettaro è pagato al netto della superficie coperta dagli alberi.
Le particelle in questione per la Campania sono circa 7mila e tale operazione consentirà agli allevatori delle aree interne di evitare le forti perdite legate ad un recente audit della Commissione Ue, che aveva individuato anomalie.
E' quanto deciso ieri, 20 marzo 2018, nel corso di un incontro tecnico tenutosi in Regione Campania – assessorato Agricoltura - su pratiche locali tradizionali e regolamento Omnibus - al quale hanno partecipato i responsabili regionali dei Caa. A renderlo noto è la Cia Campania, con una nota alla stampa.
"Si tratta di una grande vittoria per gli allevatori e una grande vittoria di tutto il sistema Cia che si è speso molto per il raggiungimento di questo obiettivo", ha dichiarato Alessandro Mastrocinque, presidente della Cia Campania.
"Finalmente la battaglia di Cia ha sortito effetti positivi nei confronti della Regione, a tutela del reddito delle imprese che continuano a subire ritardi nell'erogazione dei premi comunitari su tutte le domande, sia per il 2016 che per il 2017".
Che cosa era successo: un recente audit dalla Commissione europea aveva sottolineato che non si era tenuto conto della mutata definizione di bosco e molte superfici - prima soggette a parziale pagamento dei titoli Pac - erano diventate non più eleggibili. Non solo, l'audit della Commissione Ue, in particolare, ha determinato l'accensione di due precise anomalie Plt:
- "Particella non presente nelle comunicazione della Regione ad Agea";
- "Particella presente nella comunicazione della Regione, ma senza indicazione della tara", indicata normalmente dalle Regioni al 50%.
Su tali anomalie, Agea, non avendo riscontro dalle Regioni, non aveva pagato le particelle non inserite nelle comunicazioni degli enti territoriali e aveva invece attribuito la tara del 70% a quelle senza indicazione della tara, rendendole inizialmente non utilizzabili, poiché i produttori avevano in larga parte richiesto tara 50%, determinando così il conseguente blocco dei pagamenti di migliaia di pratiche per l'incoerenza tra le tare indicate e richieste. Successivamente queste particelle sono state pagate con tara 70%.
Infine, la mediazione del ministro per le Politiche agricole Martina, con la Commissione Ue, aveva aperto le porte alla possibilità per le Regioni interessate, Sardegna, Calabria e Campania in testa, per un ricalcolo delle superfici elegibili, a parità di budget.
L'ipotesi di accordo raggiunta ieri per la Campania, alla quale manca ora solo la sanzione politica, invece, fa fare un passo in avanti: permetterà il pagamento:
- di tutte quelle posizioni parzialmente pagate, ovvero pagate con tara 70%, recuperando quindi il 20% dei premi Pac non percepiti;
- di coloro che non hanno ricevuto il premio in quanto le superfici a "bosco" non erano state precedentemente incluse negli elenchi regionali delle Plt.
Inoltre, saranno indicate come Plt a tara 50% anche quelle particelle su cui è stata richiesta, in alcuni casi e per errore, una tara del 70% da parte dei beneficiari. In questo specifico caso, la Regione non potrà garantire il pagamento con tara 50% in quanto il produttore ha richiesto tara 70%, ma in ogni caso dal 2018 saranno riconosciute al 50% del valore dei titoli Pac.
L'elemento forte, che consente di recuperare quanto si sarebbe perso per effetto del mutato regolamento europeo sui pascoli, è che tutta la superficie a bosco non censita ai fini dei Plt viene riportato a Plt e retroattivamente con decorrenza 2015 e tara 50%.
Ovviamente quanto detto varrà anche per quelle situazioni dove il Gis (il Sistema geografico informativo) del 2017 ha ricondotto un pascolo tara 50% a bosco, per i noti errori di interpretazione delle ortofoto. Anche in questo caso il "bosco" sarà considerato Plt tara 50%, (sempre a valere dal 2015), evitando cosi che Agea emetta le cartelle di rimborso dei premi già pagati agli allevatori.