Al Sud si apre ufficialmente la guerra della mozzarella. A fronteggiarsi Campania e Puglia, oggetto del contendere: la proposta di riconoscimento della Dop “Mozzarella di Gioia del Colle”, frutto del lavoro dell'Associazione Treccia di Gioia del Colle, che riunisce casari e allevatori di un pugno di comuni a cavallo tra Bari e Taranto e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 28 agosto 2017. Una proposta rispetto alla quale la regione Campania ha annunciato che farà ricorso, perché la mozzarella pugliese sarebbe in parte omonima della ben nota e conosciuta “Mozzarella di bufala campana Dop”, una corazzata da 500 milioni di euro di fatturato al consumo.
 

Regione Campania: faremo ricorso

“In riferimento alla proposta di riconoscimento della denominazione di origine protetta Mozzarella di Gioia del Colle, la regione Campania si oppone fermamente poiché ritiene che la denominazione proposta violi quanto stabilito in materia dalla normativa europea" recita un comunicato stampa della regione di ieri pomeriggio.
 
“La denominazione in questione è, infatti, in parte omonima a quella della Dop Mozzarella di bufala Campana, nome già iscritto nel registro stabilito a norma dell’articolo 11 del Regolamento Ue 1151/2012" spiega Franco Alfieri, consigliere del presidente Vincenzo De Luca per l'agricoltura.
 
“Porremo in essere tutte le azioni necessarie per tutelare la Mozzarella di bufala campana Dop, prodotto di punta del nostro agroalimentare – sottolinea Alfieri, che rimarca - saremo al fianco dei produttori e dell'intera filiera per sostenere le loro legittime ragioni ed evitare così che i consumatori siano tratti in inganno da un prodotto che non ha nulla a che spartire con il nostro, rinomato ed apprezzato in tutto il mondo”.

“Infatti, la nuova denominazione proposta per il prodotto pugliese non consente di distinguere l’origine del latte utilizzato, quello bovino, che proviene dunque da una specie diversa da quella cui si deve la nostra Dop – conclude Alfieri - Le imprese e i lavoratori del comparto esprimono un'eccellenza per tutelare la quale l'amministrazione regionale si batterà nelle sedi opportune”.
 

Mozzarella, un nome volgarizzato

Fin qui l’annuncio della Campania. Ma è bene ricordare che il termine mozzarella è tanto antico quanto volgarizzato, e può essere usato da chiunque, come prova il fatto che ne faccia ampio uso l'industria alimentare, in Italia e all'estero e nel totale rispetto della legalità. Su tanto ci sono sentenze di Cassazione passate in giudicato, e nel caso il ricorso della Campania riuscisse a stoppare la denominazione "Mozzarella di Gioia del Colle", un’intera giurisprudenza verrebbe rovesciata e si aprirebbero infinite di strade per ricorrere contro l’uso che oggi l’industria fa di questo termine.
 

Il Decreto Pinto: non si può dire "Mozzarella di bufala"

Inoltre, c'è il Decreto del ministro per l'Agricoltura Michele Pinto che nel regolamentare il corretto uso della denominazione "mozzarella di bufala Campana" fa propria la giurisprudenza precedente.
 
Secondo il Decreto Pinto, il nome del prodotto campano è composto da tre elementi fondamentali e coessenziali: il sostantivo "mozzarella" - che da solo non significa nulla, se non la mozzatura della pasta filata – e che deve sempre precedere il genitivo "di bufala", il quale a sua volta deve essere obbligatoriamente seguito dall'aggettivo "campana". Al punto che, chiunque produca in Italia o nella Ue una mozzarella con latte bufalino non Dop può sì farlo, utilizzando però la formula del doppio genitivo "mozzarella di latte di bufala" alla quale non può essere associata in alcun modo una denominazione geografica. Non solo: ogni divieto di uso cade su "mozzarella di bufala" che potrebbe essere utilizzato come atto di confusione tra produzioni bufaline Dop e non Dop.
 

 Martinangelo: "Il vero problema è la mozzarella di latte di bufala"

“Ma c’è di più – spiega ad AgroNotizie Corrado Martinangelo, nei mesi scorsi membro della segreteria del ministro Martina e da qualche tempo presidente nazionale di Agrocepi – La Mozzarella di Gioia del Colle, oltre ad essere di latte vaccino, porta in sé una denominazione territoriale chiara, che non si sovrappone a quella della Mozzarella di bufala Campana Dop.
Personalmente se fossi al posto di chi oggi propone ricorsi, mi preoccuperei molto di più di valorizzare la Mozzarella di bufala Campana Dop e soprattutto punterei ad avere quanto più prodotto certificato possibile in area Dop, poiché se c’è un prodotto che fa concorrenza a quello tutelato è proprio la Mozzarella di latte di bufala prodotta in Campania e nei territorio Dop delle altre regioni coinvolte”.

 
Su come potrebbe finire l’annunciata querelle tra Puglia e Campania Martinangelo ha un’idea chiara “Basterebbe a mio avviso evidenziare l’origine vaccina del latte della Mozzarella di Gioia del Colle, se non nel nome della denominazione almeno nel marchio, anche per sottolineare agli occhi di tutti, che al Sud esistono due filiere latte importanti: una bufalina e l’altra vaccina”.