Lo ha reso noto il Ministero per le Politiche agricole (Mipaaf) informando che sono stati stanziati altri 15 milioni, dieci dei quali per le attività di controllo funzionale del bestiame, provenienti dal ministero dell'Economia, e altri 5 da parte dello stesso Mipaaf.
Le dotazioni finanziarie destinate ad Aia tornano così ai livelli precedenti.
Le proteste
La vicenda, già approfondita da AgroNotizie nei giorni scorsi, aveva sollevato un coro di polemiche, sia per l'entità del taglio, che avrebbe seriamente compromesso le attività di Aia, sia per la sua imprevedibilità.Ma a dire il vero il taglio era stato deciso da mesi, in Conferenza Stato Regioni. Ma in quella sede i temi “agricoli” non hanno un peso rilevante, visto come sono andate le cose.
Tutti contenti
Ora il problema è superato, con soddisfazione di tutti. Soddisfatto il ministro Maurizio Martina, che dice di non aver mai condiviso il taglio, mentre conferma l'impegno del suo dicastero in favore del settore zootecnico.Soddisfatto è il presidente degli allevatori, Roberto Nocentini, che ringrazia Martina (e il suo omologo all'Economia, Piercarlo Padoan) per aver trovato una soluzione in tempi brevi.
Anche l'assessore lombardo all'Agricoltura, Gianni Fava, fra i più accesi nel criticare la politica di tagli a danno della zootecnia, si rallegra per la risoluzione di un equivoco, così lo ha definito, che rischiava di compromettere un sistema già provato.
I fondi, precisa però Fava, erano e sono insufficienti e le Regioni dovranno farsi carico di integrare quanto manca.
Attenti, non è finita...
A questi commenti si aggiungeranno quelli di quanti avevano puntato il dito contro i tagli e che ora si diranno soddisfatti della soluzione trovata.Tutto bene dunque? Non proprio. Non è la prima volta che Aia si trova a fare i conti con tagli importanti del sostegno pubblico.
Il problema, c'è da esserne certi, si riproporrà ancora.
Questa volta è stato sufficiente alzare un po' la voce, in futuro potrebbe non bastare. E' bene farsi trovare preparati, individuando per tempo altre soluzioni che diano ad Aia maggiore autonomia finanziaria.
Ne va dei risultati raggiunti nella selezione e nel miglioramento genetico dei nostri animali.
Infine il retrogusto amaro nel constatare, anche in questo episodio, che per far ascoltare le proprie ragioni occorre alzare la voce. Accade spesso. Ma abituarsi è difficile.