"Si può non essere d'accordo con la nostra politica di approvvigionamento del latte, che rimane in capo a noi - scrive Lactalis - ma che non può essere oggetto di atteggiamenti denigratori. Tenuto conto del contesto generale che circonda le sue dichiarazioni, abbiamo deciso di interrompere il nostro rapporto".
Una lettera, firmata dal direttore degli approvvigionamenti del latte di Lactalis, che ha scatenato le ire degli allevatori e suscitato profondo disappunto da parte del ministro dell'Agricoltura Stephane Le Foll.
Lo stesso responsabile del ministero "condanna con forza" la decisione del gruppo di proprietà della famiglia Besnier e parla di "un nuovo rischio che si inasprisca il dissidio tra agricoltori e industria, in un momento in cui la coesione è necessaria per la competitività del settore".
Le Foll ha invitato la multinazionale e gli agricoltori interessati a sottoporre la questione al mediatore delle relazioni commerciali agricole, in modo da trovare una soluzione amichevole alla controversia.
Il portavoce di Lactalis, Michel Nalet, ha confermato l'invio della lettera e ha spiegato che "non è possibile proseguire un rapporto con i produttori che denigrano il gruppo". Gli allevatori sono tenuti a rispettare l'immagine del gruppo, avrebbe insistito Lactalis, pena, come è stato fatto, l'eventuale risoluzione del contratto.
Uno dei produttori, che ha chiesto l'anonimato per paura di non trovare un nuovo caseificio dove conferire il latte, ha confessato: "Non immaginavo che avrebbero avuto il coraggio di farlo".
Ma evidentemente il servizio andato in onda all'interno del programma "Inviato speciale", che ha coinvolto sia Lactalis che il suo amministratore delegato, Emmanuel Besnier, ha fatto davvero arrabbiare la multinazionale, che ha investimenti e un giro d'affari solo in Italia per un valore complessivo di 4,94 miliardi di euro.
Una questione elettorale?
Secondo alcuni esperti della situazione francese, la polemica potrebbe inserirsi nell'ambito di un panorama più ampio, che riguarda il periodo caldo, con le elezioni presidenziali in vista (maggio), che pesano enormemente sul futuro del paese, sulle politiche agricole nazionali ed europee e sulle politiche industriali.
A questo si aggiunge il rinnovo della presidenza della Fnsea, il maggiore sindacato agricolo di Francia. Pochi giorni fa il presidente in carica, Xavier Beulin, ha annunciato che si candiderà per il terzo mandato consecutivo.
Le elezioni sono in programma per il 28-30 marzo a Brest, al termine delle quali la Fnsea riceverà i candidati all'Eliseo per conoscere più approfonditamente le loro posizioni in merito al futuro dell'agricoltura.