Latte per consumo diretto e per prodotti lattiero-caseari
Secondo gli eurodeputati, le imprese di alcuni Stati membri hanno esagerato l'impatto dell'etichettatura d'origine obbligatoria sulla loro posizione competitiva e, a tal proposito, chiedono l'istituzione di un gruppo di lavoro della Commissione europea per valutare ulteriormente la relazione della Commissione pubblicata il 20 maggio 2015. Secondo un sondaggio Eurobarometro del 2013, l'84% dei cittadini dell'Unione europea ritiene necessaria l'indicazione dell'origine del latte, venduto come tale o utilizzato quale ingrediente di prodotti lattiero-caseari. Il testo invita la Commissione a partire proprio dai prodotti lattiero-caseari leggermente trasformati come formaggi e panna.
Altri tipi di carni
Il Parlamento europeo chiede alla Commissione di andare oltre l’attuale indicazioni d’origine obbligatoria estendendola a quelle non bovine, suine, ovine, caprine e dei volatili, ovvero alle carni di cavallo, di coniglio e di selvaggina. Sempre secondo un sondaggio Eurobarometro del 2013, l'88% dei cittadini dell'Unione europea ritiene necessaria questa etichetta di origine.
Carni trasformate
Gli eurodeputati ricordano alla Commissione europea la sua relazione del 17 dicembre 2013 sull'indicazione obbligatoria del Paese d'origine o del luogo di provenienza per le carni utilizzate come ingrediente e invitano l’esecutivo comunitario a partire proprio da quei prodotti leggermente trasformati come il bacon e gli insaccati.
Carni ed etichetta d'origine, lo status quo
Prima dell'adozione del regolamento relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori (Fic), l'etichettatura d'origine obbligatoria era prevista per determinati prodotti alimentari. L'indicazione dell'origine è attualmente obbligatoria per le carni bovine e i prodotti a base di carni bovine non trasformate (ad esempio le carni bovine macinate) a causa della crisi dell'encefalopatia spongiforme bovina, per la carne di pollame preimballata importata, il miele, la frutta e gli ortaggi, il pesce, e l'olio d'oliva. Il regolamento Fic impone l'indicazione d'origine obbligatoria per le carni suine, il pollame, le carni ovine e caprine rimballate non trasformate. Sempre il regolamento Fic dispone che quando l'origine di un alimento è indicata e non è la stessa del suo ingrediente primario deve essere indicata anche l'origine dell'ingrediente primario o deve essere indicato che l'origine dell'ingrediente primario è diversa da quella dell'alimento.
Altri prodotti
La risoluzione rimprovera alla Commissione europea di non aver ancora adottato misure per inserire le uova e gli ovoprodotti nell'elenco di prodotti alimentari per i quali l'indicazione del Paese di origine o del luogo di provenienza è obbligatoria.
Pedicini (M5S): “Norme sicure per consapevolezza del consumatore”
“La mancanza di norme armonizzate, chiare e coerenti si traduce in scarsa consapevolezza di molti aspetti legati all' origine del prodotto, per esempio questioni legate al benessere animale o all' impiego o meno di Ogm e pesticidi”, afferma Piernicola Pedicini, eurodeputato M5S e tra i primi firmatari della risoluzione.
“L’Ue dovrebbe aiutarci a proteggere i nostri prodotti di qualità. Invece ci troviamo stretti tra gli Stati Uniti che, come appare dai documenti sul Ttip pubblicati da Greenpeace la settimana scorsa, minacciano di annacquare anche quello che di buono l'Europa ha fatto fino ad oggi in materia di etichettatura dei prodotti alimentari, e la Cina che, se ottenesse il riconoscimento dello status di economia di mercato, metterebbe ancora più in difficoltà il nostro made in”.
Il valore della risoluzione
Il testo approvato dagli eurodeputati non ha valore legislativo ma solo di indirizzo politico nei confronti della Commissione europea.