Flessione delle domanda, aumento dell’offerta, embargo russo. Si tratta di tre fattori che insieme hanno provocato un’estrema volatilità dei prezzi, esacerbata dalla imminente fine del regime delle quote latte. È dunque necessario e urgente mettere in campo nuovi strumenti, a partire da sistemi di gestione della domanda, per aiutare un settore fondamentale non solo per il mondo agroalimentare ma per l’intera economia europea”.

Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Ue, ha inaugurato la la tavola rotonda “End of milk quotas: what new regulation tools for the milk sector?”, tenutasi il 21 gennaio al Parlamento europeo, sottolineando la gravità della crisi che incombe sul settore lattiero-caseario.

Riccardo Deserti, direttore del Consorzio Parmigiano Reggiano, ha ricordato come quella del Parmigiano Reggiano sia l’unica filiera lattiero-casearia ad essersi autoregolamentata nell’ambito della programmazione produttiva: “Il Consorzio è riuscito a istituire un sistema di quote interno tra i soci. Questa decisione, da sola, non è però sufficiente a rispondere a un mercato altamente ciclico e volatile. Bisogna lavorare alla creazione di sistemi contrattualistici tra produttori e venditori”.

Per Thierry Roquefeuil, presidente della Federazione francese dei produttori di latte (Fnpl) e dell’Organizzazione interprofessionale lattiero-casearia (Cniel), nonostante i vari sforzi compiuti dai diversi consorzi produttivi europei, la volatilità dei prezzi sta mettendo i produttori di latte francesi in grandissima difficoltà. “Servono interventi coordinati e armonizzati a livello comunitario in risposta a questa situazione di crisi che, dati alla mano, non sembra destinata a risolversi in tempi brevi. Urgono interventi più incisivi e a lungo termine, una contrattualizzazione efficace tra produttori e venditori implementata a livello europeo”.

Fernando De Antonio, responsabile per il settore lattiero-caseario e agroalimentare delle cooperative spagnole, ha confermato come il "pacchetto latte" si sia rivelato un buon strumento transitorio, strumento che andrebbe però rafforzato per non perdere il suo alto potenziale. “La Commissione Ue deve intervenire seguendo questa strada per garantire ai produttori europei condizioni di mercato favorevoli. Un ruolo fondamentale dovrà essere concesso - ha concluso De Antonio - all’associazionismo, creando Op con un valore economico reale, capaci di contrattare alla pari con trasformatori e rivenditori, al fine di ridurre il più possibile l’elevata volatilità dei prezzi”.


Per Fernando Cardoso, segretario generale della Federazione portoghese delle cooperative del latte (Fenalac), il bilancio sul "pacchetto latte" è invece conflittuale, in quanto nonostante gli strumenti positivi previsti, non ci sono nuovi strumenti ma meccanismi  che erano già a disposizione del settore lattiero-caseario. Cardoso ha poi aggiunto: “Un forte vulnus rimane il carico burocratico sulle spalle dei produttori, che va a influire in maniera pesante sui costi di produzione”.

James Nicholson, europarlamentare Comagri (Gruppo Ecr) e relatore, ha ribadito che il “Rapporto sulle prospettive del settore lattiero-caseario” è molto complesso e articolato: “Ringrazio gli europarlamentari Paolo De Castro e Michel Dantin per aver organizzato un’occasione di confronto così importante. Dobbiamo darci degli obiettivi chiari, volti al miglioramento delle condizioni di tutti gli attori coinvolti nella filiera produttiva, miglioramento che dovrà collocarsi nel medio-lungo termine in modo da giustificare gli sforzi compiuti e le attuali difficoltà.  Tutti gli operatori del settore dovranno essere coinvolti in questa riflessione, al fine di raggiunger il miglior risultato possibile”.

Michel Dantin, europarlamentare Comagri (Gruppo Ppe) ed ex relatore Ocm, ha concluso i lavori rimarcando l’importanza di un impegno condiviso “per un efficace funzionamento degli strumenti disponibili, a partire dall’Osservatorio europeo che deve diventare un termometro costante dei cambiamenti del mercato lattiero-caseario. In aggiunta, la definizione di nuovi strumenti dovrà essere il più possibile partecipata e l’Europarlamento si conferma il luogo dove portare avanti questo confronto”.