O il ministero delle Politiche agricole non ha ben chiara la valenza del sistema lattiero caseario, e soprattutto il ruolo delle grandi Dop come Grana Padano e Parmigiano-Reggiano, oppure, ancora peggio, offuscato dal miraggio di proporre un marchio unico per il made in Italy, a uso e consumo di Oscar Farinetti, arriva alla medesima conclusione raffazzonata e fuori bersaglio. Fatto sta che nel testo relativo all’ammasso privato dei formaggi, che dovrebbe essere adottato per contrastare i danni economici provocati dall’embargo russo, si rischia di penalizzare i formaggi Dop e di sostenere al contrario i simil-grana, che già danneggiano l’economia del vero agroalimentare made in Italy”. Lo denuncia l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, che chiede chiarimenti al ministero delle Politiche agricole.

Senza un'interpretazione chiara, che specifichi in dettaglio la finalità e i limiti della norma, si rischia di uccidere il sistema delle Dop – prosegue Fava -. Il Mipaaf deve fare in modo che non passi il concetto di un obbligo di attesa per il Grana Padano del compimento del nono mese di età per accedere ai contributi per lo stoccaggio privato, in quanto si tradurrebbe, oltre che in un danno, anche in una beffa”.

L’esiguità dell’aiuto – spiega infatti Fava - renderebbe non conveniente mettere all’ammasso un formaggio di 9 mesi appena marchiato Grana Padano, mentre renderebbe conveniente stoccare tutti i similari, ai quali sarebbe consentito lo stock già dopo solo qualche settimana dalla loro produzione. Un caso analogo si verificherebbe per il Parmigiano-Reggiano”.

Diventa fondamentale, sollecita l’assessore lombardo al ministero delle Politiche agricole, “consentire l’ammasso all’età di due mesi anche a quel formaggio destinato a diventare Grana Padano a nove mesi d’età, ma che ancora, per rispetto del disciplinare, non lo può essere. In caso contrario, sarebbe una beffa per tutti i formaggi Dop a lunga stagionatura”.