Il prezzo del latte è in calo e aumentano le disponibilità di latte in polvere nei magazzini europei, con conseguente flessione dei prezzi anche di questo prodotto, valvola di sfogo alle eccedenze di latte sul mercato. Sono anche questi gli esiti dell'embargo russo ai prodotti agroalimentari europei che pesa soprattutto sul settore ortofrutticolo e su quello lattiero caseario. Per l'ortofrutta la Ue si è subito preoccupata di soccorrere gli agricoltori mettendo in campo 33 milioni di euro per pesche e nettarine e altri 125 milioni per frutta e verdura. Per il latte siamo solo alle prime battute. Al momento c'è solo l'apertura all'ammasso privato (ma ancora non si conoscono le cifre disponibili) del quale già si è parlato su Agronotizie. Altre iniziative si spera possano essere prese in occasione della riunione straordinaria dei ministri dell'agricoltura in calendario il 5 settembre. In anticipo di due giorni su questa data il commissario (uscente) all'Agricoltura, Dacian Ciolos, ha fatto sapere che saranno disponibili 30 milioni di euro da destinare alle iniziative promozionali per trovare nuovi sbocchi di mercato ai prodotti lattiero caseari dentro e fuori i confini della Ue.
Aiuti alla promozione
Questi 30 milioni si aggiungono ai 60 che già erano stati previsti nella riforma della Pac per i programmi di promozione da attuare nel 2015. In entrambi i casi si tratta di sostegni che prevedono il cofinanziamento al 50% da parte dei singoli Stati, le cifre dunque si raddoppiano, ma in ogni caso si tratta di “briciole”. Facciamo due conti. I 60 milioni di euro già destinati alla promozione vanno divisi in due tranches, una prima di 30 milioni da utilizzare per i progetti presentati entro settembre ed una seconda di uguale importo per i progetti presentati entro il prossimo febbraio. Dunque nei prossimi mesi si potrà contare sui 30 milioni già previsti e sugli ulteriori 30 milioni ora decisi sulla scia dell'emergenza russa. Aggiungendo il cofinanziamento degli Stati per il rimanente 50% si arriva alla cifra non esigua di 120 milioni di euro. Che però va “spalmata” su 28 Stati membri, quanti ne conta oggi l'Unione europea. Se ci fermiamo ad una mera divisione matematica, ad ogni Stato andrebbero poco più di 4 milioni. Briciole, appunto. Assai meno di quanto “costa” l'embargo Russo. Solo per i nostri due grandi Dop, Grana Padano e Parmigiano Reggiano, il valore delle esportazioni verso la Russia nel 2013 era di circa 15 milioni. Certo, la suddivisione delle risorse non sarà aritmetica, ma ponderata, dando la precedenza ai Paesi che più esportavano in Russia. Ma la sostanza cambia poco.
2015, annus horribilis
E non è finita qui. Per mettersi in tasca gli aiuti della Ue destinati alla promozione bisogna presentare entro la fine di settembre i progetti che passeranno poi al vaglio della Commissione. Tre settimane o poco più per scrivere “programmi di promozione ambiziosi”, come ha detto Ciolos per incoraggiare le organizzazioni agricole a raccogliere questa opportunità. Se anche si riuscirà in poco tempo a mettere insieme un progetto degno di questo nome, resta l'altro nodo, quello dei soldi. In quale piega del disastrato bilancio nazionale si andranno a trovare i pur pochi milioni necessari al cofinanziamento? E se anche tutto filasse per il verso giusto, le attività di promozione prenderanno il via solo nel 2015. Anno che per il latte si annuncia già difficile, con la grande incognita dell'addio alle quote.
04 settembre 2014 Zootecnia