"Su un importo totale di 2,265 miliardi di euro, 1,395 miliardi non sono stati ancora recuperati; l’entità di quest’importo è tale da dimostrare che le autorità italiane non hanno adottato, o non hanno attuato, misure sufficienti per assicurare che i produttori in debito paghino il dovuto". Sono queste le parole della Commissione Ue che ha compiuto un altro passo nel procedimento giuridico avviato nei confronti dell’Italia per l’esiguità dei recuperi dei prelievi dovuti dai produttori di latte che nelle campagne dal 1995 al 2009 avevano superato la rispettiva quota di produzione (v. Ip/13/577).

L’incapacità dell’Italia di effettuare concretamente il recupero di questi prelievi - si legge nella nota della Commissione Ue - vanifica le azioni intraprese a livello europeo per stabilizzare il mercato dei prodotti lattiero-caseari, oltre a creare distorsioni della concorrenza con gli altri produttori europei e italiani che hanno rispettato le quote di produzione o che, in caso di superamento dei limiti, hanno pagato i prelievi sulle eccedenze. La somma in questione - continua il comunicato - dovrebbe peraltro essere versata al bilancio dello Stato italiano per evitare che le conseguenze ricadano sui contribuenti italiani.

Dopo la notifica della messa in mora, del 20 giugno 2013, la seconda tappa della procedura d’infrazione è l’emissione di un parere motivato. Se entro due mesi l’Italia non avrà trasmesso una risposta soddisfacente, la Commissione potrà citarla alla Corte di giustizia dell’Unione europea perché sia constatata l’inadempienza.