“Negli ultimi tempi tutta la filiera, dalle organizzazioni professionali agricole al mondo della trasformazione, in maniera compatta e senza equivoci, ha indicato in più audizioni al ministro la strada da percorrere e cioè tracciabilità del latte bufalino sul modello di quanto indicato dalla Regione Campania con la Dgr 110/2013 e adozione di una norma interpretativa che consenta ai caseifici che si riforniscono esclusivamente di latte bufalino dell’areale Dop tracciato, di produrre mozzarella Dop e altri formaggi e preparati alimentari derivati dal latte di bufala”.
“Tutta la filiera inoltre - continua Pannullo – è fermamente convinta che nei caseifici debba entrare solo latte di bufala idoneo alla produzione della Mozzarella Dop, sul modello di quanto già previsto e attuato nel disciplinare di produzione del Parmigiano reggiano che, grazie a tale disposizione, è divenuta eccellenza riconosciuta a livello mondiale e vanto del made in Italy”.
“Siamo infine contrari – conclude Pannullo – ad altri e ulteriori approfondimenti che avrebbero solo l’effetto di allungare il brodo di una discussione che ormai non serve più. Mentre parliamo le aziende bufaline chiudono e i caseifici falliscono. Perciò l’unica cosa da fare ora è decidere. O dentro o fuori, o si adotta quanto indicato da tutte le parti oppure si chiude e sapremo allora anche chi saranno i colpevoli di questo assurdo delitto”.
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Fonte: Confagricoltura Campania