Un lungo percorso verso la qualità testimoniato prima dalla certificazione ISO 90001, poi dalla rintracciabilità di filiera della ISO 22005. Questo il “segreto” dei successi nella produzione di carne bovina conseguiti da Azove, l'unica organizzazione dei produttori riconosciuta in Veneto in questo comparto. Si spiega così il più 8% del fatturato e il più 9% nei capi macellati che Azove ha registrato nel mese di settembre. Risultati che si discostano dalla tendenza in atto nel settore e che ha pesato su altre realtà produttive che in questi ultimi mesi hanno dovuto fare i conti con il segno meno davanti ai loro bilanci. Sono questi gli elementi di spicco scaturiti dalla tavola rotonda che si è svolta a Padova a margine dell’assemblea dei soci. Le peculiarità dell'associazione sono state ricordate dal presidente, Fabio Scomparin, che ha evidenziato la capacità di garantire nell'intera filiera, dalla stalla alla macellazione, la qualità della carne veneta grazie a standard elevati. Un lavoro portato avanti con determinazione coinvolgendo gli allevatori associati, confrontandosi con gli enti certificatori, e dialogando con le istituzioni locali e oggi Azove si dice pronta ad affrontare le sfide che il mercato porrà. Con un occhio attento ai mercati internazionali, dove una filiera corta garantita come quella di Azove e che si riconosce nel marchio “Certa”, può trovare interessanti aperture. E' questo il caso dei mercati russo e arabo, e poi della Turchia e della Cina in particolare che offrono ampi margini di crescita.
I complimenti dell'Assessore
“Ad Azove va il mio plauso per la capacità di guardare con lungimiranza al futuro nonostante le difficoltà che il comparto sta attraversando”. Ha esordito così l’assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzato, intervenuto ai lavori, che poi ha aggiunto: “Anche la Regione, come le organizzazioni di produttori e le associazioni del settore, si sta preparando alle sfide che ci aspettano nel prossimo futuro, in particolare stiamo lavorando per una maggiore efficienza delle strutture che operano in ambito agricolo, quali Avepa, Veneto Agricoltura, lo sportello unico e la chiusura degli ispettorati agrari. Accanto a questa azione di ristrutturazione ci aspetta ora la sfida del nuovo Psr che vogliamo sia ampiamente condiviso con le associazioni e gli operatori del settore, affinché diventi uno strumento sicuro per gettare le basi del futuro del comparto agricolo e agroalimentare veneti, perché ci aspettiamo un consistente calo nei trasferimenti dall’Europa e dobbiamo essere pronti ad essere comunque competitivi ed incisivi nei mercati”.