Il prezzo del latte in tutta Europa scende e monta la protesta degli allevatori che non riescono a far quadrare i conti delle loro aziende. Per denunciare le difficoltà che la zootecnia da latte sta attraversando gli allevatori si sono dati appuntamento a Bruxelles, dove centinaia di trattori hanno attraversato la capitale europea.

Una protesta che è sempre rimasta nei confini della correttezza, salvo salire di tono quando alcuni allevatori hanno aggredito le porte del "palazzo" a colpi di latte sparato dagli idranti, cui ha fatto seguito l'inevitabile risposta delle forze dell'ordine. Episodi isolati, ma che evidenziano come la tensione sia alta e non solo per i prezzi inadeguati del latte, ma anche per le prospettive di tagli alla Pac che si vanno discutendo e che coinvolgono tutti gli allevamenti della Ue.
Non a caso sotto le finestre del Parlamento europeo si sono incontrati allevatori provenienti da Olanda, Germania, Francia e Italia, per citare solo alcuni dei paesi aderenti alla protesta, indetta dalla federazione delle organizzazioni del settore, l'Emb (European milk board). “Dalla Finlandia all'Italia nessuno - spiega Roberto Cavaliere, responsabile nazionale latte di Copagri, giunto in Belgio con un centinaio di allevatori di Piemonte, Lombardia e Veneto - riesce a coprire i costi di produzione: ciò rende di fatto impossibile produrre latte nella Ue.

 

Non prendetevela con il Parlamento

Sulla protesta degli allevatori si è espresso il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, che ha incontrato gli allevatori in strada spiegando loro che la manifestazione non andava rivolta al Parlamento, “che sta lavorando intensamente e che non accetterà mai una revisione che comporti una revisione che comporti un aumento dei costi di produzione e una riduzione degli aiuti e del sostegno ai produttori europei.

La protesta, semmai, ha ricordato De Castro, andava rivolta al Consiglio della Ueche nei giorni scorsi, con la proposta del presidente permanente Herman Van Rompuy, ha lanciato il proponimento di un drammatico taglio al bilancio della Politica agricola comune (Pac).


 




 

 

Ciolos temporeggia

La protesta è comunque valsa ad evidenziare i problemi del settore latte e a sollecitare l'intervento del Commissario europeo Dacian Ciolos, che ha incontrato gli allevatori nel presidio installato in piazza Luxembourg a Bruxelles, nei pressi del Parlamento. Un'occasione per ribadire la richiesta degli allevatori che in vista della abolizione del sistema delle quote latte propongono la creazione di un'Agenzia di sorveglianza con il compito di certificare i costi di produzione, monitorare l'andamento del mercato, trovare un punto di congiunzione tra domanda e offerta e fornire quindi garanzie ai produttori.

Una proposta che non ha ricevuto per ora accoglienza da parte di Ciolos, che si è trincerato dietro la necessità di verifiche tecniche che dovrebbero giungere fra qualche settimana. Delusi di conseguenza gli allevatori che hanno comunque dato la loro disponibilità ad attendere una risposta, salvo poi riprendere la mobilitazione con toni, se occorre, anche più accesi.

 

Si protesta anche in Italia

Non si ferma però la protesta in Italia, dove gli allevatori della Lombardia hanno deciso di organizzare un presidio davanti allo stabilimento Invernizzi di Italatte (gruppo Lactalis) a Caravaggio, in provincia di Bergamo. Il motivo è ancora una volta il prezzo del latte, fermo agli accordi scaduti il 30 settembre che fissavano il prezzo a 38 centesimi al litro.

La richiesta degli allevatori è di arrivare almeno a 42 centesimi, tanti ne servono per coprire almeno i costi di produzione. Una richiesta che la controparte ha rigettato. Ora è sceso in campo anche il ministero per le Politiche agricole, che si è reso disponibile a cercare una mediazione ed ha già incontrato a questo proposito le rappresentanze degli allevatori. Un intervento certo utile, ma la strada è ancora in salita.