Cremona, 27 ottobre 2012

Sen. Prof. Mario Monti,

Presidente del Consiglio dei Ministri

 

Egregio Presidente,

 

Le scrivo dalla Fiera di Cremona dove è in corso la 67° Fiera Internazionale del Bovino, una Rassegna che costituisce un appuntamento obbligato degli allevatori italiani ed esteri.

Anche quest’anno nei padiglioni e nelle sale-convegno, si sono incontrati migliaia di produttori. Al centro del confronto, ovviamente, i temi della gravissima, drammatica crisi in cui versa la zootecnia, dovuta certo alla più generale contingenza economica, ma anche a specifiche e peculiari difficoltà del comparto.

Gli allevatori, in questa occasione, si aspettavano un tangibile segnale di attenzione e l’apertura di un reale confronto con il massimo referente istituzionale vista l’urgenza dei problemi e la gravità della situazione in cui versa il settore.

Ci è stata negata questa opportunità.

Evidentemente non si ritengono meritevoli di attenzione i 40.000 imprenditori che operano in un comparto fondamentale, quello lattiero caseario, che rappresenta una quota rilevante di quei 32 miliardi di euro che l’agroalimentare italiano immette sui mercati mondiali (un terzo delle esportazioni dell’intera UE). Produzioni di eccellenza che sono l’orgoglio del “Sistema-Italia”.

Il mercato sta dando segnali che devono essere valutati con attenzione: mentre aumentano le esportazioni, l’industria di trasformazione (che è sempre meno Italiana) umilia gli imprenditori zootecnici con prezzi ben al di sotto dei costi di produzione.

Signor Presidente, le domande che avrei voluto rivolgere al Ministro possono riassumersi, alla fin fine, in un unico quesito: come può un produttore coprire i maggiori costi dovuti agli aumenti energetici, al rincaro dei mangimi, dei mezzi tecnici, della manodopera a fronte di un prezzo alla stalla inferiore a quello dello scorso anno?

Il rischio, effettivo, è la morte di un comparto che produce e diffonde nel mondo la qualità e il prestigio italiano e che vede messa a repentaglio la propria sopravvivenza.

Queste domande, questo vero e proprio grido di allarme, sono destinate a restare senza risposta?

È vero, il Ministro Passera, che pure ha competenze marginali in materia, ha dato segnali di disponibilità. Lo ringraziamo sinceramente. Ci saremmo aspettati la presenza del Ministro per le Politiche Agricole. Non c’è stata. Per questa assenza non posso esimermi dal manifestare la mia delusione profonda e condivisa dalla stragrande maggioranza del mondo allevatoriale. Una delusione che diventa sconforto se si considera che il Ministro ha preferito, anziché sottostare a un confronto serrato, magari severo con una categoria di imprenditori che produce reddito e contribuisce in misura rilevante alle esportazioni, ha preferito (lo ribadisco) una passeggiata all’interno di saloni, massmediologicamente più appetibili, dove si coltivano sogni, si accarezzano utopie alimentari e si predica in buona sostanza l’antieconomia.

Certo della sua sensibilità e del suo alto interessamento le porgo i miei più fervidi auguri di buon lavoro e i miei più cordiali ossequi.

 

 

Antonio Piva

Presidente di CremonaFiere e allevatore