Il Veneto del Sud. L’appellativo che negli anni ha conquistato la Puglia, attirando peraltro cospicui investimenti anche di aziende venete, calza a pennello anche in ambito zootecnico: quella pugliese vale 148 milioni di euro per la produzione del latte, oltre a 50 milioni di euro per la carne. Senza contare gli occupati: 15mila addetti (di cui un terzo dipendenti) e un indotto di almeno altre 15mila persone.

Con una coincidenza particolare: la Bruna è allevata in Italia da 150 anni circa. Più o meno, insomma, dall’Unità d’Italia, anche se la razza vanta una storia di 500 anni.

"Abbiamo deciso di scegliere Noci come vetrina per la 43ª Mostra nazionale della razza Bruna, la prima che si svolge al di fuori dei confini di Veneto e Lombardia – commenta il presidente di Anarb, Pietro Laterza - Per il contributo importantissimo che la razza Bruna porta all’economia, all’ambiente e al paesaggio della Puglia e del Sud Italia". Ed è con lo stesso spirito di riconoscenza verso l’attività dell’Anarb che Fieragricola, manifestazione fra le più importanti d’Europa per il settore primario, ha collaborato in partnership a questo primo 'Zoosystem tour', che si è svolto lo scorso fine settimana.

Ironia della sorte, dopo tanti successi di allevatori pugliesi a Verona, nel ring di Fieragricola, la regina della mostra zootecnica viene da Lecco. "Si chiama Taverna Miriam, capo allevato dalla blasonata azienda Ciappesoni di Bulciago", dichiara Laterza.

Centro Sud premiati comunque in molte altre categorie: migliore mammella (con l’azienda Terranuova di Gioia del Colle), campionessa manze e giovenche (all’Agricola San Pietro di Noci), trofeo dei presidenti all’Associazione provinciale allevatori di Bari, Bruna dell’anno (azienda Palmino Ferramosca di Tramutola, Potenza), premio latte qualità (azienda Petruzzi di Monopoli).

Al Foro boario di Noci trionfano bellezza e funzionalità, eleganza e produttività. E si discute anche delle caratteristiche e del futuro della Bruna, una razza che nel giro di dieci anni ha registrato un incremento annuo di quasi 800 chilogrammi di latte e 103 chilogrammi di proteine. 

"Senza dimenticare – ricorda il direttore di Anarb, Enrico Santus, uno dei relatori del convegno dedicato proprio alle prospettive della Bruna – che il calo produttivo in condizioni di temperature meteo elevate non arriva ai due chilogrammi per animale, contro gli otto di altre razze".

Inoltre, la Bruna è l’unica razza che può contare su un progetto internazionale, al quale aderiscono, oltre all’Italia, Austria, Francia, Germania, Svizzera, Slovenia e Stati Uniti, dedicato alla genomica e allo studio del Dna. I vantaggi di conoscere informazioni approfondite su aspetti legati alla genomica avranno vantaggi pratici in termini di fecondazione artificiale, consanguineità, produttività, agevolando gli obiettivi di ciascun allevatore, in termini di miglioramento genetico e di selezione dei capi.