Nonostante l'azione concertata a livello internazionale sia riuscita ad eliminare il virus mortale dell'influenza aviaria H5N1 dal pollame in quasi tutti i 63 Paesi infettati all'apice dell'epidemia mondiale nel 2006, la malattia persiste ancora in cinque Paesi e continua dunque a rappresentare una minaccia per la salute animale ed umana a livello mondiale.
Alla vigilia della conferenza ministeriale internazionale sull'epidemia animale dell'influenza aviaria, che si aprirà lunedì prossimo ad Hanoi, il veterinario capo della Fao, Juan Lubroth ha dichiarato che nonostante i notevoli risultati ottenuti contro il virus H5N1, esso è ancora radicato in Egitto, Indonesia, Bangladesh, Vietnam e Cina.
Il ceppo H5N1 dell'influenza aviaria rimane radicato in posti dove sono presenti decine di milioni di anatre domestiche allevate all'aperto, dove esiste un'importante produzione industriale di carni bianche a fianco di mercati di volatili vivi, e dove la densità di popolazione umana, ma anche animale, è assai alta.
Lubroth ha poi fatto notare come lo stesso processo di crescita economica e demografica, compresa l'intensificazione agricola che comporta, crei le condizioni per l'emergere di nuove malattie infettive, dal momento che concentrazioni sempre più grandi di animali e di esseri umani occupano delicati ecosistemi.
"E' evidente che gli esseri umani continueranno ad essere esposti ad una varietà di virus influenzali di origine animale, anche se la gravità e le dimensioni dei focolai rimangono imprevedibili, sappiamo che ve ne sono le condizioni", ha detto
Lubroth.
La Fao, l'Oms e l'Oie, l'Organizzazione per la salute animale, le tre organizzazioni che hanno guidato l'impegno internazionale contro il virus H5N1, devono assumere un ruolo guida per cercare una soluzione definitiva al problema. Allo stesso tempo le tre agenzie dovrebbero collaborare per rafforzare le difese internazionali contro l'emergere di nuove malattie infettive, ha auspicato Lubroth.
La conferenza ministeriale di Hanoi intende mobilitare la cooperazione internazionale contro future malattie infettive basandosi sull'esperienza fatta nella risposta all'epidemia di influenza suina A/H1N1 e di influenza aviaria H5N1.
"Occorre smettere di saltellare da una situazione di crisi all'altra", ha detto Lubroth. "Dobbiamo riuscire a prevedere meglio e monitorare i fattori che provocano l'emergenza e diffondono le malattie, e stabilire una migliore gestione dei rischi".
Oltre a discutere delle epidemie di H1N1 ed H5N1, la conferenza di Hanoi cercherà di promuovere il Quadro strategico guidato dalle Nazioni Unite "Un mondo, una salute", creato per ridurre i rischi delle malattie infettive emergenti.
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Fonte: Fao - Food and Agriculture Organization of the United Nations