Giusto un anno fa il Parlamento discuteva sull'aumento delle quote latte che il ministro Zaia aveva “strappato” a Bruxelles. Si trattava di 600mila tonnellate che si andavano ad aggiungere alla quota nazionale che arrivava così a sfiorare i 12 milioni di tonnellate. Per mettere ordine in questa materia veniva promulgato un decreto legge, poi convertito in legge nell'aprile fra molte polemiche (chi vuole rinfrescarsi la memoria può rileggere quanto scritto allora da Agronotizie). Punto centrale della contesa parlamentare la rinuncia ai contenziosi presso i Tar da parte degli allevatori in debito con le multe. In cambio una lunga rateizzazione, anche sino a 30 anni. Ma la rinuncia ai contenziosi non riguardava quelli già in corso, che di fatto bloccavano le multe sino al responso dei giudici. Una partita importante che vede in ballo circa 700 milioni di euro per multe che risalgono anche a oltre 10 anni fa e che coinvolge circa 600 allevatori, spesso identificati, seppure erroneamente, come “Cobas”.

 

La sentenza

Ma il 19 febbraio le loro speranze di evitare le multe sono definitivamente svanite. Il Tar del Lazio al quale si erano rivolti per contestare gli addebiti in tema di multe ha dato loro torto. La sospensiva sulle multe che era scattata con il ricorso al Tar viene così a cadere rendendo il debito esigibile e sbloccando di fatto il processo di rateizzazione. Per i debiti da 25mila a 100mila euro le rate avranno una durata di 13 anni, che salgono a 30 anni se le multe raggiungono quota 300mila euro. Rate, è bene ricordarlo, che prevedono il pagamento di interessi, anche elevati. Chi non paga non avrà ovviamente l'aumento della quota e si vedrà attivare le procedure per la riscossione coattiva, pignoramenti compresi. Una regola che vale anche nel caso si interrompa il pagamento delle rate. Chissà se in questa stagione di crisi del mercato lattiero caseario gli allevatori avranno risorse finanziarie per pagare queste multe, anche se rateizzate. O se dovranno vedersi venduti all'incanto trattori e animali, mungitrici e silos dopo il pignoramento. Staremo a vedere.

 

Si riparte

Intanto la macchina messa a punto lo scorso anno per mettere in regola il sistema delle quote, e che si era bloccata con le sospensive innescate dai ricorsi al Tar, può ora rimettersi in moto. A dirigere la partita è Paolo Gulinelli, il Commissario governativo al quale era stato affidato l'incarico di gestire questa vicenda. Toccherà a lui vigilare sulla corretta applicazione della legge 33/2009 che insieme alle misure urgenti a sostegno del settore industriale stabilisce anche, all'articolo 8 bis, cosa bisogna fare in tema di quote latte. La legge prevede inoltre che dalle somme versate per pagare le multe (seguendo calcoli assai astrusi) venga alimentato un fondo per gli interventi a sostegno del comparto lattiero caseario. Si tratta di non meno di 45 milioni, come dice la legge, che andranno a quegli allevatori che hanno rispettato norme e regole, producendo entro i limiti imposti o acquistando quote, il più delle volte contraendo forti debiti con le banche.

 

Nessuno ha vinto

E vedremo se con questa sentenza del Tar si potrà davvero scrivere la parola fine su questa interminabile vicenda, dalla quale tutti, cobas e non, escono comunque sconfitti. Perché tutti vittime del “peccato originale” che vide l'Italia, nel lontano 1984, accettare supinamente da Bruxelles condizioni inique e penalizzanti. Allora erano tutti convinti, dal ministero alle organizzazioni professionali, che le quote non sarebbero state un problema per gli allevatori italiani. Si è visto come è andata.