Il mercato del Parmigiano Reggiano è in difficoltà, e non da oggi. Quella attuale è una crisi pesante, ma non certo l'unica nella lunga vita del Re dei formaggi, che ha attraversato più di un momento difficile. Colpa dell'eccesso di offerta. Ne sono convinti a Granterre, gigante cooperativo che nel segmento del Parmigiano Reggiano detiene il primato di maggior produttore. Un risultato costruito in 50 anni di vita, partendo dal Consorzio Caseifici Sociali che prendeva corpo a Modena il 31 gennaio 1959, nel giorno di San Geminiano, patrono della città della Ghirlandina. E dopo un lungo percorso di acquisizioni, fusioni, incorporazioni di altre realtà e nuove iniziative imprenditoriali, si è arrivati a riassumere in un unico gruppo tutta la filiera produttiva e a conquistare la leadership del settore.
Dalla stalla alla trasformazione del latte, sino alla commercializzazione delle forme, ci tiene a precisare Eros Valenti, presidente di Granterre, con un processo di filiera perfettamente rintracciabile per risalire all’occorrenza dal triangolo di Parmigiano Reggiano sullo scaffale della Gdo sino alla vacca che ha prodotto il latte necessario alla sua produzione. Questo grazie alla presenza nella compagine cooperativa di cinque allevamenti per un totale di oltre 5mila bovine, per una superficie agricola che supera i 1000 ettari. Sono questi gli allevamenti di Fertilcoop, incorporata in Granterre l’1 gennaio 1999, tassello importante per chiudere il percorso di filiera iniziato nel 1995 con la nascita di Granterre, il nuovo nome che il Consorzio Caseifici Sociali sceglie di darsi dopo aver realizzato negli anni precedenti Unigrana, cui affida il compito di gestire la commercializzazione del prodotto. E si arriva a pochi giorni fa, il 30 dicembre 2008, quando Unigrana viene incorporata nel Consorzio Granterre, portandosi in “dote” il marchio Parmareggio e Parmissimo che erano entrati nel frattempo nella sua orbita. Eccola, saltando molti passaggi, la vita di questa realtà cooperativa alla quale fanno capo altri importanti marchi come Fiordalba (burro), Bonlatte (gli allevamenti) e Terre d’Emilia per ricordarne alcuni.

 

La produzione

Significativi anche i numeri. I caseifici soci sono 45 (rappresentano circa 1600 aziende agricole) che conferiscono latte, panne e formaggi. A questi si aggiungono 172 produttori singoli dai quali provengono foraggi e latte. Figurano anche 89 soci sovventori la cui partecipazione è di carattere finanziario. Questi 306 soci si traducono, a livello produttivo, in 543mila quintali di latte conferito a Parmigiano Reggiano e 208mila forme in conferimento, cui si aggiungono 37mila forme di Grana Padano e 44mila quintali di burro. Per quest ultimo settore, come ha ricordato Ettore Ghidoni, presidente di Fiordalba, il 2009 si è aperto con l'entrata in attività di un nuovo burrificio. Livelli produttivi che portano Granterre ad un fatturato di oltre 232 milioni di euro e a rappresentare una quota di oltre il 17% del mercato del Parmigiano Reggiano, a grande distanza con gli altri competitori.

 

I progetti e le strategie

E oggi ci si pone l'ambizioso obiettivo di conquistare ulteriori spazi di mercato. Il tutto puntando su una stratega di marketing che poggia su due pilastri, il marchio e la presentazione del prodotto. Con il primo si fidelizza il consumatore attraverso la qualità, mentre con la presentazione di confezioni a peso standard si esce dal vincolo psicologico del prezzo al chilogrammo con il quale il Parmigiano Reggiano viene normalmente venduto. Tanto, ha sottolineato Paolo Micheli, presidente di Parmareggio, che il consumatore ha difficoltà a confrontare i prezzi di prodotti caseari assai differenti per qualità quando gli uni sono venduti con un prezzo relativo al peso della confezione e l'altro con riferimento al chilogrammo.

Questa della pezzatura standardizzata è una strategia che sta dando buoni risultati, tanto che su prodotti di eccellenza, come lo stagionato a 30 mesi, si hanno significativi incrementi nelle preferenze dei consumatori. E al prodotto porzionato di peso standard si aggiungono nuove confezioni e nuove destinazioni, che vedono protagonista il grattugiato, gli snacks in vari formati, le fette, gli spalmabili, in un programma di continua innovazione. Quello del marketing è peraltro, ha tenuto a sottolineare Paolo Micheli, uno dei pochi strumenti a disposizione dei produttori per fronteggiare la crisi. Assai utile sarebbe anche il controllo dei livelli di produzione. Ma solo al Consorzio di tutela spetta il compito di indirizzo dei livelli produttivi, una cui riduzione rappresenta lo strumento più efficace per uscire dalle sabbie mobili di questa crisi senza fine. Crisi che Granteree esorcizza con i suoi risultati produttivi e con gli eventi previsti per celebrare il traguardo dei suoi 50 anni. Numerose le iniziative e gli appuntamenti che si svolgeranno nei prossimi mesi, sino a concludersi, verso la fine del 2009, con un convegno di valenza internazionale che sarà anche l'occasione per fare il punto sulla situazione e sulle prospettive del settore.