L'alta pressione ben strutturata su tutte le quote, con valori che su vaste fette del continente sfiorano i 1040 hPa, inizierà a mostrare i primi segni di cedimento. Un anticiclone che ha portato in particolare sul Mediterraneo, ma più in generale anche su gran parte dell'Europa centrale, un primo assaggio primaverile soprattutto grazie al supporto delle miti correnti nordafricane.
 

Analisi

Questo dominio anticiclonico ha raggiunto in queste ore l'apice e spingerà ulteriormente la colonnina di mercurio all'insù specie in questa seconda parte della settimana. L'ondata di caldo fuori stagione interesserà più direttamente le medie latitudini europee, con anomalie termiche imponenti, talvolta tipiche della primavera inoltrata.
Un quadro meteorologico prettamente stabile caratterizzerà ancora per qualche giorno il contesto italiano, all'incirca fino al weekend, quando inizieremo ad avvertire i primi segnali di cambiamento dettati dalle manovre in atto sulle alte latitudini che andranno ad erodere la cupola dell'anticiclone. Il tutto avverrà contestualmente ad alcuni movimenti barici importanti, tra cui la migrazione del cuore pulsante dell'alta pressione verso la Gran Bretagna, una manovra che lascerà conseguentemente scoperti i settori centrorientali del continente. Una breccia che verrà sfruttata dalle fredde correnti scandinave in discesa verso Sud.
 

Il primo cambiamento

Come anticipato nell'appuntamento della settimana scorsa, per un cambiamento occorre attendere gli ultimi giorni del mese e così sarà, perché nel corso del fine settimana un primo fronte freddo punterà il mirino verso i quadranti meridionali, ma incappando sull'anticiclone andrà a deviare e come unica ipotesi non gli rimarrà che scorrere verso l'Europa centrorientale. La parte più attiva andrà quindi ad interessare i Balcani, mentre la coda del fronte si addosserà sull'arco alpino; una prima fase che non proporrà particolari conseguenze per il territorio italiano.
La struttura altopressioria è ben corazzata e per questo reggerà il colpo, seppur indebolita. Gli effetti del fronte che lambirà l'Italia saranno quasi trascurabili, con al più qualche annuvolamento più presente sulle Alpi, in successiva evoluzione verso la Val Padana e localmente lungo le regioni adriatiche e ioniche.



I fenomeni saranno pochi e localizzati, per cui l'elemento di rilievo sarà rappresentato dalla flessione delle temperature. Noteremo un primo calo dei termometri nella giornata di domenica dapprima al Nord e poi sull'Adriatico, in estensione successivamente anche alle restanti aree ove il caldo anomalo verrà scalzato via dall'inserimento di infiltrazioni d'aria più fredda in arrivo da Nord-Est; nulla di eccezionale, anzi si tornerà entro i valori tipici del periodo.
 

Tendenza

Le ultime elaborazioni dei modelli previsionali confermano il cambiamento, seppur blando. Occhi puntati quindi su quello che potrebbe accadere successivamente, ovvero durante la prima settimana di marzo quando aria più fredda di quella prevista per il weekend - a tratti addirittura gelida - dovrebbe scendere fin sull'Europa orientale. L'Italia al momento potrebbe venir solo sfiorata determinando al più un calo delle temperature ed un ritorno delle stesse su valori tipici del periodo o di poco sotto.
L'ipotesi di un guasto più deciso ed esteso vede probabilità di realizzazione in diminuzione rispetto a qualche giorno fa, in virtù del fatto che inizia ad aver un maggior peso il rinforzo del Vortice Polare. I primi giorni di marzo, che segnano meteorologicamente l'inizio della primavera, potrebbero venir caratterizzati più realisticamente da un contesto ibrido, con il Mediterraneo conteso fra l'azione più stabile dell'anticiclone, i cui massimi saranno puntati sull'Europa nordoccidentale, e le interferenze fredde instabili sull'Europa orientale e sui Balcani.

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