Per la componente relativa ai mezzi di difesa, alla pagina 9 del documento, sono riportate le sostanze ammesse, con le eventuali puntualizzazioni circa i limiti di impiego. Per esempio, continua a restare non ammesso come diserbante l’aceto, né gli oli vegetali, sostanze che sono previste solo per il controllo di organismi nocivi o malattie. Continua a non figurare per esempio l’acido pelargonico, di fatto identico come struttura molecolare a quello contenuto dei fiori di Pelargonio, ma ottenuto tramite processi industriali che partono, appunto, da acidi grassi derivati da colture oleaginose.
Permangono ammessi i feromoni, pur essendo anch'essi degli analoghi di sintesi di quelli naturali, ammessi come trappole o erogatori automatici. Ciò consente di compensare la carenza di insetticidi del comparto verso i lepidotteri, contro i quali può sempre comunque contare sulla presenza di spinosad, attivo contro molte forme di fitofagi, anche carpofagi, nonché tripidi.
Per quanto il biologico rifugga la chimica realizzata dalla mano dell’uomo, fra gli insetticidi sono però ammessi due piretroidi di sintesi come deltametrina e lambda cialotrina, ma solo se applicati tramite apposite esche proteiche contro le mosche dell’ulivo e della frutta.
Desta sempre più interesse la laminarina, oligosaccaride naturale estratto dall'alga bruna, Laminaria digitata, avente struttura simile ai prodotti di degradazione delle pareti di funghi patogeni, ovvero gli oligoglucani. La sostanza stimola le difese delle colture senza esercitare azione battericida o fungicida, abbattendo in tal modo la loro soglia di nocività.
Restano infine ammessi i microrganismi, ovviamente se non geneticamente modificati.
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Fonte: Agronotizie